Coronavirus. Conte: ‘Il blocco totale andrà avanti’
4 min di letturaIl premier parla al ‘Corriere’: ‘Non si potrà subito tornare come prima’
Con l’Italia che ha superato anche la Cina per numero di morti in un solo giorno – 475 sono le vittime delle ultime 24 ore, 319 delle quali in Lombardia – il governo valuta la possibilità di prorogare oltre il 3 aprile le misure in atto e si prepara a varare una nuova stretta per tentare di arginare i comportamenti scorretti di chi ancora continua a spostarsi senza motivo, vanificando il sacrifico imposto a milioni di italiani e lo sforzo immane del sistema sanitario per contenere il coronavirus.
Le misure restrittive – spiega il premier Giuseppe Conte in una intervista al Corriere della sera – funzionano, e quando si raggiungerà il picco, e il contagio comincerà a decrescere, non si potrà tornare subito alla vita di prima. Pertanto, i provvedimenti del governo – dalla chiusura di molte attività a quello sulla scuola – non potranno che essere prorogati. Conte invita tutti al buon senso, poi fa sapere che si lavora ad un decreto per lo sblocco di investimenti pubblici per decine di miliardi e a un intervento a tutela delle aziende strategiche italiane.
Anche dalla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, dalle colonne di Repubblica, arriva un appello perché ciascuno diventi controllore di se stesso in questi giorni, anche per evitare eventuali ulteriori restrizioni. Sono giorni cruciali, spiega Lamorgese, e tutti si devono impegnare perché l’emergenza possa essere superata. Quindi, utilizzare consapevolmente quegli spazi di movimento che ora sono consentiti, ed evitare stili di vita superficiali e disinvolti: uscire di casa soltanto se strettamente necessario.
La ministra dei trasporti Paola De Micheli ha già firmato il decreto che definisce nuove limitazioni nei trasporti ferroviari e marittimi (merci escluse) per tutto il Paese e in particolare nei collegamenti verso la Sicilia e la Sardegna. E l’esecutivo sta anche lavorando ad un nuovo Dpcm che potrebbe riguardare non solo le “attività all’aperto” – oggi consentite – ma anche prevedere misure più restrittive per i supermercati, per i bar nelle stazioni di servizio cittadine e gli uffici, in modo da evitare ad esempio le scene che si sono viste nella metropolitana di Milano affollata di cittadini.
“Dobbiamo prendere in considerazione la possibilità di porre il divieto completo di attività all’aperto – ha detto ieri chiaramente il ministro dello Sport – Vincenzo Spadafora – Abbiamo lasciato questa opportunità perché ce lo consigliava la comunità scientifica, ma se l’appello di restare a casa non sarà ascoltato saremo costretti anche a porre un divieto assoluto”. “Stiamo valutando – aggiunge il ministro delle Autonomie Francesco Boccia – sarà una decisione collegiale che prenderemo nei prossimi giorni”.
Un monito chiaro agli italiani, dunque, anche se il nuovo provvedimento potrebbe non arrivare prima del fine settimana. Il messaggio è che non bisogna mollare, altrimenti si rischia che alla prima occasione – magari proprio nel weekend – la gente esca di casa e vanifichi gli sforzi fatti.
Per quanto riguarda il decreto Cura Italia “la mia sensazione è che in questo momento si stia cercando di curare malattie con pannicelli caldi, che aiutano, ma non si risolve niente”, ha detto il governatore della Lombardia Attilio Fontana in diretta su Radio Capital. Per Fontana serve avere “il coraggio di dire facciamo misure drastiche per la sanità e l’economia, anche se non abbiamo soldi”. I 25 miliardi di euro previsti dal governo “sono pannicelli caldi non prevedono minimamente la possibilità di una ripartenza economica e non prevedono il fatto che, spero di sbagliare, c’è il rischio che” questa emergenza “parta anche in altre regioni. Per l’Italia 25 miliardi non sono niente”, ha concluso Fontana. “Abbiamo bisogno di medici – ha detto ancora il governatore – speravo che tra le call che avevamo fatto in questi giorni tra pensionati e specializzandi ci fosse più risposta e invece non c’è stata. Abbiamo carenza di medici, questi poveri crisi stanno cedendo fisicamente e sono pochi rispetto alle esigenze”. ” Stanno facendo un lavoro eccezionale i nostri medici e infermieri, che sono allo stremo e io sono preoccupato dal fatto che prima o poi anche loro possano cedere fisicamente e psicologicamente e se cedono loro sarebbero un disastro”, ha concluso. (ANSA)