Coronavirus, Fauci: “Su asintomatici abbiamo sbagliato”
3 min di letturaSui contagiati da coronavirus Sars-CoV-2 asintomatici “abbiamo sbagliato”
Quello che non sapevamo all’inizio era che circa il 40-45% dei casi è asintomatico. E recenti studi mostrano che forse fino al 50% delle trasmissioni avviene da una persona asintomatica a una persona non infetta“.
A riconsiderare il ruolo degli asintomatici è uno dei massimi esperti mondiali di malattie infettive, Anthony Fauci, componente di punta della task force anti Covid-19 della Casa Bianca.
“Non possiamo ignorare l’infezione da Sars-Cov-2 asintomatica”, ha dichiarato in una lunga intervista a una delle riviste di riferimento della comunità scientifica, il ‘Bmj – British Medical Journal’, “perché questa è una componente importante dell’epidemia”. “A volte” capita di fare “una dichiarazione sulla base dei dati che si hanno”, ha sottolineato l’esperto del National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid), centro degli statunitensi Nih (National Institutes of Health). “Fai una dichiarazione basata sui dati che hai”.
L’esperto agli inizi aveva detto che gli asintomatici non sembravano guidare la pandemia, e che la trasmissione da loro appariva rara. “Una delle cose che ho imparato nel corso degli anni – ha risposto lo scienziato alla domanda su questo – è che devi essere abbastanza umile e sufficientemente flessibile, man mano che i dati si evolvono, per cambiare le tue linee guida e raccomandazioni“.
La pandemia di Covid “credo che finirà con un vaccino efficace e sicuro che alla fine sarà ampiamente distribuito in tutto il mondo. Ma questo deve avvenire insieme alle misure di salute pubblica” ha detto Fauci. Il semplice debutto del vaccino non basta a mettere la parola fine, ha avvertito. “Non si fa solo con un vaccino – ha spiegato nell’intervista – Si deve agire con il vaccino insieme alle misure di salute pubblica, fino a quando l’ombrello di protezione globale non sarà” aperto “su tutto il mondo. E non succederà tra pochi mesi – ha detto rispondendo alle domande di Fiona Godlee, editor di ‘Bmj’ – Probabilmente ci vorranno un anno o 2“.
Fauci ha commentato anche l’annuncio dell’avvio della fase 3 della sperimentazione del candidato vaccino J&J, il primo a iniezione singola. “Quattro candidati vaccini per Covid-19 sono alla fase 3 dei test clinici negli Stati Uniti a poco più di 8 mesi di distanza dall’identificazione del coronavirus Sars-CoV-2. Questa è un’impresa senza precedenti per la comunità scientifica – ha sottolineato – resa possibile da decenni di progressi nella tecnologia dei vaccini e da un approccio strategico coordinato tra governo, industria e università”.
Il prodotto scudo sviluppato da Johnson & Johnson verrà testato su 60mila persone. “È probabile che più regimi vaccinali anti Covid saranno necessari per soddisfare il bisogno globale. Il candidato Janssen ha mostrato risultati promettenti nei test in fase iniziale e può essere particolarmente utile nel controllo della pandemia se si dimostra essere protettivo dopo una singola dose”, ha sottolineato Fauci.
“I partner scientifici” a livello governativo, dell’industria e del mondo accademico, ha aggiunto il direttore dei National Institutes of Health, Francis Collins, “stanno lavorando gomito a gomito per sviluppare vaccini sicuri ed efficaci, con l’obiettivo di poter arrivare a guardare questa pandemia nel nostro specchietto retrovisore. Mentre i passaggi amministrativi vengono semplificati per accelerare il processo, le misure di sicurezza ed efficacia – ha assicurato – sono più rigorose che mai”.