Coronavirus. Il numero verde per i malati renali
2 min di letturaÈ importante restare a casa perché la trasmissione dell’infezione da Covid-19 dipende dai comportamenti di ciascuno di noi e ogni gesto imprudente potrebbe nuocere alla salute delle persone più fragili
Come i pazienti affetti da malattie renali.
In occasione della Giornata mondiale del rene, che si celebra il 12 marzo, la Fondazione italiana del rene (Fir), in collaborazione con la Società italiana di nefrologia (Sin) e il patrocinio del Centro nazionale trapianti, ha attivato il numero verde 800.822.515 per rispondere alle domande e ai dubbi dei pazienti nefropatici sull’emergenza coronavirus (come devono proteggersi e cosa fare in presenza di sintomi sospetti).
“Abbiamo accolto l’invito del presidente Mattarella che ha affermato che ‘la conoscenza è il migliore antidoto alla paura’”, spiega Loreto Gesualdo, presidente nazionale della Fondazione italiana del rene.
“I pazienti dializzati sono particolarmente allarmati, in quanto soggetti fragili, con patologie pregresse e frequentemente di età avanzata, e lo stesso vale per i trapiantati, che sono immunodepressi a seguito della terapia antirigetto e, quindi, più esposti alle infezioni. Infatti ogni anno come profilassi questi pazienti vengono regolarmente vaccinati contro la sindrome influenzale, per evitare le complicanze più gravi che potrebbero derivare da una malattia virale”.
“Il servizio offerto dalla Fondazione italiana del rene è estremamente prezioso – commenta il direttore del Centro nazionale trapianti, Massimo Cardillo – perché in questo momento ognuno deve avvertire la responsabilità di tutelare le persone più fragili, e tra queste c’è certamente chi ha ricevuto un trapianto o lo aspetta: i pazienti che hanno bisogno di un rene sono circa 6.500, il 75% del totale delle nostre liste d’attesa. La Rete nazionale trapianti è costantemente al lavoro per mantenere in piena funzione l’attività clinica sul territorio nonostante l’emergenza e grazie a strumenti come il numero verde siamo in grado di rassicurare e accompagnare i nostri pazienti”.