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Cosca nomadi a Catanzaro, 82 indagati per associazione mafiosa

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viale isonzo catanzaro

Dda chiude indagini, accuse anche di traffico droga e estorsioni

Sono 82 gli indagati ai quali è stata notificata la chiusura indagini legate all’inchiesta che vede implicata, con l’accusa di associazione mafiosa, la presunta cosca dei nomadi di Catanzaro.

Per la prima volta la Dda del capoluogo regionale ha individuato gli appartenenti della criminalità rom come affiliati alla ‘ndrangheta.

Le indagini della squadra mobile di Catanzaro, infatti, avrebbero monitorato riti di affiliazione e rapporti con altre cosche come quella di Isola Capo Rizzuto, Cutro e altri storici clan operanti sul capoluogo.

Secondo l’accusa, Catanzaro sarebbe passata dal controllo della ‘ndrangheta crotonese alla cosca nomade Bevilacqua-Passalacqua composta da soggetti che hanno ricevuto i ‘battezzi’ di ‘ndrangheta. Tra le accuse contestate, associazione mafiosa, traffico di stupefacenti, estorsioni, detenzione di armi, procurata inosservanza di pena.

Promotore del clan Bevilacqua-Passalacqua è considerato Luciano Bevilacqua, detto ‘puzzafogna’ dotato del grado di ‘Santista’. A detenere la ‘dote’ della Santa vi sarebbe anche Massimo Berlingere, detto ‘musciu’ nipote del boss defunto Domenico Bevilacqua.

Il procuratore aggiunto Giancarlo Novelli e i sostituti Paolo Sirleo e Debora Rizza hanno indicato ai vertici del sodalizio anche Luigi Vecceloque Pereloque, Massimo Bevilacqua, Vincenzo Berlingeri, Domenico Passalacqua classe ’73, Ernesto Bevacqua.

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