Cosenza. Sequestro preventivo di beni per frode fiscale nel settore alberghiero
3 min di letturaI Finanzieri del Comando Provinciale Cosenza hanno dato esecuzione a un decreto emesso dal G.I.P. del Tribunale di Castrovillari finalizzato al sequestro preventivo, ai fini di confisca, di beni mobili, immobili, disponibilità finanziarie e quote societarie per un valore di 900 mila euro
I Finanzieri del Comando Provinciale Cosenza hanno dato esecuzione a un decreto emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Castrovillari finalizzato al sequestro preventivo, ai fini di confisca, di beni mobili, immobili, disponibilità finanziarie e quote societarie per un valore di 900 mila euro, appartenenti a tre persone fisiche e una società di capitali.
Le indagini, svolte dai militari del Gruppo della Guardia di Finanza Sibari su delega della Procura della Repubblica di Castrovillari, hanno consentito di ricostruire le attività illecite perpetrate dai tre soggetti (imparentati tra loro) mediante un sistema di frode fiscale fondato sull’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, a beneficio di una società operante nel settore alberghiero.
In particolare, dagli sviluppi investigativi e dall’approfondimento di segnalazioni di operazioni sospette ai fini antiriciclaggio, emergeva che diverse imprese, costituite ad hoc dagli indagati, emettevano fatture per lavori edili e di pulizia mai eseguiti, o eseguiti in parte, a beneficio della società alberghiera capogruppo che, pertanto, beneficiava di ingenti crediti I.V.A. utilizzati per compensare debiti tributari e previdenziali, a danno dell’Erario.
I documenti contabili fittizi venivano utilizzati, inoltre, per percepire contributi pubblici a fondo perduto di 133 mila euro, nell’ambito del “Programma Operativo Regionale (P.O.R.) Calabria FESR 2014-2020”; in sostanza, dagli accertamenti bancari svolti sui conti correnti della società c.d. “madre” emergeva un sistema illecito di pagamenti simulati (a mezzo bonifici bancari) verso quelle “nate” per documentare falsamente la fornitura di beni e servizi.
Le somme accreditate venivano poi prelevate in denaro contante e “restituite” alla società alberghiera che, con le fatture false, dimostrava fraudolentemente all’ente erogatore il sostenimento di spese oggetto di finanziamenti pubblici, di fatto mai sostenuti.
All’esito delle attività investigative si procederà a segnalare i responsabili del danno erariale anche alla Procura Regionale Calabria della Corte dei Conti, nonché all’Ente erogatore dei contributi pubblici per la restituzione delle somme illegittimamente percepite.
L’attività svolta dalla Guardia di Finanza, in stretta sinergia con l’Autorità Giudiziaria, rappresenta, ancora una volta, un chiaro esempio dell’impegno profuso per il ripristino della legalità, a salvaguardia degli interessi economico-finanziari dei cittadini e del Paese per un corretto impiego delle risorse pubbliche.
Si evidenzia che, per il principio della presunzione di innocenza, la colpevolezza delle persone sottoposte ad indagine in relazione alla vicenda sarà definitivamente accertata solo ove intervenga sentenza irrevocabile di condanna.