Covid, Oms: “Momento pericoloso, la pandemia non è finita”
3 min di letturaIl richiamo del direttore Tedros Ghebreyesu: “Casi in crescita per la seconda settimana, +30% in Europa, ma molti Paesi si stanno rilassando e abbandonano le misure”
“Il mondo è in un momento pericoloso di questa pandemia: abbiamo appena superato il tragico traguardo di 4 milioni di morti registrate, che probabilmente sottovalutano il bilancio complessivo. Alcuni Paesi con un’elevata copertura vaccinale stanno ora pianificando il richiamo nei prossimi mesi, ma stanno anche abbandonando le misure di salute pubblica e si stanno rilassando come se la pandemia di Covid fosse già finita”.
E’ il richiamo che arriva dal direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, durante una conferenza stampa per fare il punto sull’epidemia di coronavirus.
Aumento contagi
Secondo quanto riferisce l’Oms nel suo report, per la seconda settimana i casi di Covid-19 a livello globale sono in “lieve aumento”, dopo che per 7 settimane consecutive era stato registrato un calo. Nei 7 giorni compresi fra il 28 giugno e il 4 luglio i nuovi contagi sono stati oltre 2,6 milioni Prosegue invece il calo dei decessi, che nel periodo in esame sono stati 54mila (-7%), il dato più basso da inizio ottobre 2020. Complessivamente, da inizio emergenza i contagi superano i 183 milioni e i morti sono quasi 4 milioni.
“Questa settimana tutte le Regioni” dell’Oms, “tranne le Americhe, hanno riportato un aumento di nuovi casi”, spiega l’agenzia ginevrina, sottolineando in particolare che “la Regione Europea ha registrato un forte aumento dell’incidenza (+30%) rispetto alla settimana precedente, mentre la Regione africana ha registrato un forte aumento della mortalità (+23%)”. In generale, nonostante il calo complessivo, “tutte le Regioni, ad eccezione di Americhe e Sud-Est Asiatico, hanno riportato un aumento dei decessi nell’ultima settimana”.
Nei 7 giorni analizzati “il numero più alto di nuovi casi è stato segnalato dal Brasile (364.709, -30%)”, seguito da “India (312.250, -11%), Colombia (204.556, dato stabile), Indonesia (168.780, +35%) e Regno Unito (161.805, +67%)”.
Variante Delta
Nella Regione Europea dell’Organizzazione mondiale della sanità, in base al vantaggio stimato per la variante Delta in termini di maggiore trasmissibilità e ai modelli di previsione, “si prevede che il 90% delle nuove infezioni da Sars-CoV-2 sarà dovuto a Delta entro la fine di agosto”. “Secondo i dati sottoposti alla banca dati internazionale Gisaid – ricorda l’Oms – il numero riproduttivo effettivo stimato per la variante Delta è del 55% superiore rispetto alla variante Alpha, e del 97% maggiore rispetto a mutanti non Voc/Voi”, ossia che non rappresentano né varianti ‘di preoccupazione’ né varianti ‘di interesse’. Proprio in virtù di questo vantaggio, l’agenzia ginevrina prevede che “Delta supererà rapidamente le altre varianti e diventerà il lignaggio dominante nei prossimi mesi”.
Un nemico da non sottovalutare, ammonisce l’Oms, considerando che “i primi dati dalla Scozia, relativi a persone risultate Covid-positive dal primo aprile al 21 giugno scorsi, hanno mostrato un aumento del rischio di ospedalizzazione tra gli infettati dalla variante Delta, rispetto a quelli contagiati dalla variante Alpha”.