Covid. Variante Delta: Italia e Europa in allerta
5 min di letturaIstituzioni ed esperti preoccupati per la mutazione che “entro fine agosto rappresenterà il 90% dei virus in circolazione”
Variante Delta in Italia e in Europa, cresce l’allerta per la mutazione che secondo gli esperti del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) entro la fine di agosto rappresenterà “il 90% dei virus in circolazione nell’Ue”.
La previsione prevede infatti che “entro l’inizio di agosto il 70% delle nuove infezioni da Sars-CoV-2 in Ue/See sarà causato da questa variante”, percentuale che salirà al “90% entro fine agosto”. In base alle attuali evidenze, sottolinea l’Ecdc, la variante Delta – classificata come Voc (Variante che desta preoccupazione) – oltre a essere più trasmissibile “può essere associata” anche “a un maggior rischio di ricovero. Inoltre – ricorda il Centro europeo – ci sono prove che chi ha ricevuto solo la prima dose di un ciclo vaccinale a due dosi è meno protetto contro l’infezione causata dalla variante Delta, indipendentemente dal tipo di vaccino. Tuttavia, la vaccinazione completa fornisce contro la variante Delta una protezione quasi equivalente” a quella conferita nei confronti di altri mutanti. Di conseguenza, si è aggravata “la valutazione del rischio di infezione per le persone non vaccinate e parzialmente vaccinate in Ue/See”.
VARIANTE DELTA IN ITALIA: NUMERI IN AUMENTO
In Italia la mutazione del virus, segnalato per la prima volta in India, può mettere a rischio la ripartenza, con vari focolai già individuati da Nord a Sud. Mercoledì il premier Mario Draghi ha sottolineato che “la situazione economica europea e italiana è in forte miglioramento, ma restano rischi legati alle varianti” e ha invitato ad andare “avanti con la campagna di vaccinazione”. Mentre il sottosegretario alla Salute Costa ha invitato a “potenziare il sequenziamento del virus”. Sul territorio, focolai derivati dalla mutazione sono stati segnalati in Lombardia, Campania, Abruzzo, Emilia Romagna, Sardegna.
E i numeri della prevalenza della variante “sono aumentati e continueranno aumentare, tenderà a sostituire anche da noi come nel Regno Unito, la variante inglese. Il nostro compito è rallentarne la velocità di diffusione e rafforzare il tracciamento per limitarne i casi, ma a qualche settimana da oggi le percentuali sono destinate a crescere. Nel frattempo il rallentamento deve consentire una più rapida vaccinazione con le seconde dosi affinché questa variante non faccia danni”, ha spiegato ieri a Sky TG24 Pierpaolo Sileri, sottosegretario alla Salute, ospite di Timeline. “Per chi ha la seconda dose – ha aggiunto – gli effetti clinici di questa variante sono limitati. Continuiamo a osservare quello che succede nel Regno Unito, che sta più avanti di noi in questa esperienza, per prendere i provvedimenti necessari”.
“In una pandemia come questa si aggiungono sempre nuovi capitoli. Se pensiamo a vaccini e varianti, oggi abbiamo la variante Delta che sta imperando nel mondo europeo, stiamo vedendo quello che sta succedendo in Gran Bretagna. Se sono preoccupato? Credo preoccupi tutti, ma gli scienziati ci dicono di aver fiducia nella scienza e noi sappiamo che statisticamente le persone che hanno ricevuto tutte e due le dosi sono veramente protette dall’ospedalizzazione o dalla terapia intensiva o dall’evento più nefasto. Questo è molto importante, ma deve indurci a continuare a tenere comportamenti corretti”. Così, ieri, il Commissario straordinario per l’emergenza Covid, generale Francesco Paolo Figliuolo.
COSA DICONO GLI ESPERTI
L’aggressiva variante Delta sarà presto predominante, ma è difficile che si ripeta una ripresa pandemica con le dimensioni di quelle passate, in termini di decessi e malattie gravi. Questa l’opinione di Massimo Galli, responsabile di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano. “Tendo a pensare che sia molto poco probabile che possiamo andare incontro, in autunno, a una situazione simile a quella dello scorso anno, nonostante le preoccupazioni legate alla diffusione della variante Delta”. Questo “per via del vaccino che ha una serie di aspetti positivi, che ci dà una serie di garanzie e che dovrebbe metterci nella condizione di poter far fronte al problema”, dice all’Adnkronos Salute. “Ma l’obiettivo deve essere neanche più un morto”, precisa.
“Preoccupa ma possiamo prepararci e superare anche l’impatto che avrà. Occorre però correre con il completamento del ciclo vaccinale e immunizzare anche gli adolescenti”. A fare il punto per l’Adnkronos Salute è l’immunologo Mauro Minelli, responsabile per il Sud della Fondazione italiana di Medicina personalizzata.
“La variante Delta” o ‘indiana’ di Sars-CoV-2 “colpisce di più la fascia giovanile e sotto i 30 anni, ed è anche logico perché sono tra i meno vaccinati. I numeri stanno uscendo in questi giorni”. Lo ha sottolineato Guido Rasi, ex numero uno dell’Ema e consulente del commissario per l’emergenza Covid. Rasi ha anche rimarcato come, proprio per questa aggressività della variante Delta, “è importantissimo vaccinare anche la fascia 12-16 anni”.
“L’autunno sarà temibile per i non vaccinati, non tanto per la collettività che potrà contare su una popolazione vaccinata e servizi sanitari che saranno in grado di rispondere, non sovraccaricarti. Sarà un problema di vulnerabilità individuale. Avremo una stagione diversa rispetto allo scorso anno: più serena per i vaccinati. E per l’Italia sarà più gestibile, anche con la variante Delta” di Sars-CoV-2. E’ la previsione che l’Adnkronos Salute ha raccolto da Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute per l’emergenza coronavirus e docente di Igiene all’università Cattolica di Roma.
“Rispetto all’autunno scorso – ribadisce Ricciardi – la situazione è molto cambiata. La differenza la fanno le tante persone vaccinate, soprattutto nelle fasce più vulnerabili. Servirà sicuramente mantenere il controllo, perché la variante Delta è più contagiosa. Ma se arriveremo a ottobre con una copertura vaccinale più elevata di adesso, saremo più sicuri”.