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Crapis: Dopo un anno, è una certezza, Mascaro peggior sindaco degli ultimi 30 anni

5 min di lettura
ex consigliere crapis-LameziaTermeit

La triste condizione della città mi costringe, dopo un anno, purtroppo a ripetermi

Comunicato Stampa

Il rischio paventato allora oggi è diventato certezza: questo sindaco è il peggiore degli ultimi 30 anni.

Pensate che è stato capace di farsi bocciare il bilancio preventivo 2023 dai revisori dei conti, pur non avendo speso nulla in questi anni e dopo avere detto di aver risanato le casse!

Immobilismo e conti in rosso: praticamente un record! A parte le disavventure finanziarie davvero surreali, l’incapacità di dare risposte ai problemi è imbarazzante. Qualsiasi sindaco di qualsiasi colore politico non avrebbe, per esempio, lasciato devastare dall’incuria e dal tempo il bel lungomare frequentato da centinaia, migliaia di cittadini, d’inverno e soprattutto d’estate.

La bella staccionata di legno e corda che cingeva la pista ciclabile separandola dal selciato terroso e sconnesso, di cui fino all’altro ieri sopravviveva qualche resto, ora è completamente scomparsa: la pista ciclabile fa tutt’uno con il viottolo polveroso e le auto vi sostano abusivamente contribuendo a devastarla. Il sentiero nel boschetto e il percorso sportivo giacciono semidistrutti nell’indifferenza di questi anni.

Della recinzione di legno che cingeva la pineta non c’è più niente. Eppure non ci vorrebbe molto per fare una manutenzione di tutto questo ed evitare il degrado.

Qualsiasi sindaco, di qualsiasi colore, si preoccuperebbe della pulizia e dell’ambiente che versano in condizioni raccapriccianti. Farebbe il diavolo a quattro, ad esempio, a vedere come sono ridotte molte zone cittadine, quasi tutte le aree verdi (vedi il parcheggio della locomotiva a S.Eufemia o Piazza Mazzini con la vecchia Fontana); s’indignerebbe a percorrere le strade di Lamezia con i bordi piene di erbacce e cespugli, buste di spazzatura, cartacce, lattine, plastiche e rifiuti (che si moltiplicano nelle rare situazioni in cui si fa pulizia senza che nessuno si preoccupi di raccoglierli). S’inventerebbe qualcosa, che ne so, un appello alle associazioni, al volontariato, uno sforzo straordinario, invece niente.

Qualsiasi sindaco di qualsiasi colore poi si sarebbe nascosto nel posto più remoto per la vergogna di non essere riuscito a spendere in ben 8 anni i finanziamenti del progetto SARA (30 milioni per Sambiase), i 3 milioni del parco urbano dell’acqua che doveva nascere all’interno del Parco Impastato o i 150 mila euro destinati alla povera gente (poi restituiti proprio perchè non si è saputo spenderli).

Per non essere riuscito a dotare il nuovo Palazzetto dello Sport né degli arredi necessari al completamento né di un bando di affidamento, o le società sportive di quelle palestre e spazi ormai chiusi da tempo.

Si vergognerebbe, ancora, del pasticciaccio brutto della vendita della cantina sociale di Sambiase, un affare dove non si comprende cosa ci sia dietro, visto che il solo risultato è una rivendita a terzi con grande profitto (per i terzi) ed uno sbancamento dopo la demolizione.
E sempre restando a Sambiase come non ricordare, per inciso, il caso del teatro-cinema Costabile (recuperato nel 2009) ora aperto ad intermittenza, con il bando di gestione andato deserto perchè pieno di macroscopici errori.
Ecco, invece di andare a nascondersi il sindaco continua a proporci le solite litanie vittimistiche ed egocentrate, ad esibire un orgoglio di campanile perfettamente inutile visto lo stato delle cose cittadine.

Ora se sul piano amministrativo è tutto vecchio, novità vengono invece dal fronte politico dove la maggioranza comincia a dare chiari segni di insoddisfazione.

E’ dell’altro giorno la presa di distanza della consigliera Spinelli che ha annunciato la fine di un sogno: un’espressione eccessivamente nobile per designare il tramonto dell’avventura politica del sindaco, costretto ormai sempre a ricorrere alla seconda convocazione per avere i numeri per andare avanti. Un sindaco isolato e senza appoggi, che di fronte alle questioni più urgenti o alla difesa delle prerogative della città (Sanità, Sacal) non si muove né protesta, né batte un pugno sul tavolo, né fa un atto dimostrativo.

Mai il comune di Lamezia ha vissuto una stagione simile di isolamento istituzionale, di degrado politico ed ambientale, di inerzia amministrativa: l’ultimo commissariamento sul fronte degli abusi edilizi (il terzo dopo i due scioglimenti della sua giunta, anche qui un record) e la cancellazione dei fondi Pnrr per i lavori di ammodernamento della tratta ferroviaria Lamezia-Catanzaro, sono gli ennesimi ceffoni che il primo cittadino subisce senza nessuna reazione, un gesto di disappunto, un’incazzatura: fa un po’ come il tizio di Totò nella famosa scenetta, che all’amico che si meravigliava della sua mancata reazione ad una serie di schiaffoni, spiega con un’alzata di spalle, “ma che me frega. Mica sono Pasquale io!”.

Tornando seri, le uniche cose che si son viste sono i film a parco Barisco (vecchio progetto ma non di questa giunta), un paio di cose all’Abbazia, l’apertura del parco della Piedichiusa (pure questo un progetto di Speranza, ma si guardano bene dal dirlo, non sia mai) e un po’ di animazione sul devastato lungomare. Più, dimenticavo, la balaustra rifatta della villa vecchia, una trentina di metri di muretto! Per il resto la progettualità è ‘Zero’, come la Coca Cola, ma con tante bollicine.
La verità è che dopo otto anni nessuno può dire anche di una sola opera pensata e realizzata da questo sindaco (a parte il muretto), a differenza di quanto accaduto in passato con Lo Moro, Scaramuzzino e Speranza.
Probabilmente i sonori fischi e i “buuu” rimediati mentre concludeva lo spettacolo de ‘I Ricchi e i Poveri’ hanno a che fare con tutto questo. Per il resto la spoglia della città, per citare il poeta, giace ‘siccome immobile dopo il mortal sospiro’: immemore e purtroppo senza gloria. In compenso c’è chi assume i tratti del Bonaparte, ma non s’accorge che non basta la resistenza al sole pomeridiano (una virtù celebrata da uno dei suoi assessori!) per fare un generale, visto che per il resto dell’illustre francese al sindaco manca tutto. O quasi, vista la prospettiva di una non lontana Waterloo.
PS: non si capisce davvero a questo punto, acclarato il fallimento amministrativo e politico, che ci stanno a fare certi assessori-foglia di fico, se non a coprire inutilmente le nudità di un sindaco deludente anche per chi ci aveva creduto. Non una gran cosa, anzi tutt’altro. Ma come dicevano i latini, de gustibus……

Giandomenico Crapis
già consigliere comunale

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