Critica teatrale e dintorni alla terza giornata di Fare Critica Festival
2 min di letturaLamezia Terme, critica teatrale e dintorni alla terza giornata di Fare Critica Festival con Antonello Antonante (Teatro dell’Acquario) e Mario Mattia Giorgetti (direttore di Sipario).
Nelle sale del Chiostro Caffè Letterario, scenario del Festival, la serata si apre con Antonello Antonante del Teatro dell’Acquario di Cosenza, istituzioni del teatro di resistenza calabrese, vincitore del Premio UBU 2018 alla carriera.
Nella conversazione con la giornalista Daniela Lucia, Antonante fa il punto sui teatri di Calabria, lui che da quarantadue anni porta il teatro “in una città complicata come Cosenza”.
Dal 1976, anno di nascita dell’Acquario, a oggi “siamo riusciti a rimanere in piedi – dice Antonello Antonante – perché abbiamo creato una squadra forte e tenace”. Una sfida difficile ma che dà anche tante soddisfazioni con i riconoscimenti del pubblico e dei privati che supportano le attività del teatro.
Un teatro di periferia però, come sottolinea Antonante, che resta isolato dalla critica teatrale nazionale: “Ancora oggi ci tocca spingere, sollecitare i giornali per avere uno spazio in cui si possa parlare della nostra stagione teatrale”.
Subito dopo spazio a Mario Mattia Giorgetti, direttore di Sipario, una delle più influenti riviste di teatro in Italia.
La sua disamina sulla critica teatrale e appassionata e dettagliata.
“Fare critica a che cosa? – si chiede Giorgetti – Al testo? Alla messa in scena, agli attori, all’interpretazione? O a come la critica viene accolta?”
Tanti aspetti che compongono l’azione della critica, lati esaminati singolarmente e in maniera didascalica dall’attore e critico lombardo.
Parlando poi del lavoro svolto dalla rivista Sipario: “La rivista investe sugli autori, pubblicando i testi e mettendo a disposizione spazio e attori per dar vita alle opere”. Il lavoro del teatro dovrebbe essere quello di segnalare i testi meritevoli a registi e critici teatrali, nonostante l’indifferenza che spesso questi palesano dinanzi al nuovo, restando ancorati ai classici e alle rivisitazioni degli stessi.
Un panorama difficile da accettare contro cui devono combattere autori e compagnie teatrali.
Antonio Pagliuso