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Cropani, conclusa la terza edizione di Over The Rainbow

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Cropani, conclusa la terza edizione di Over The Rainbow

A Cropani, in provincia di Catanzaro, lo scorso 26 luglio, si è tenuta la terza edizione di “Cropani Over The Rainbow” promossa dalla Consulta Giovanile, all’interno della quale, sono stati presentati i volumi “Volevo essere la Barbie” edito da Officine Editoriali Da Cleto, scritto da Domenico Latino e riguardante la storia di Davide Sgrò e “A viso aperto” del giornalista, politico e divulgatore Alessandro Cecchi Paone.

Una serata ricca di interventi e riflessioni, sul linguaggio non discriminante ma inclusivo, la politica ed i diritti, che da essa provengono. Abbiamo intervistato i protagonisti di questo evento tanto partecipato, il primo che incontriamo è Davide Sgrò, che da molti anni, malgrado la sua giovane età, lotta contro l’omofobia, essendone stato anche vittima: “Sono sempre pronto, sempre in prima linea per combattere ogni forma di discriminazione, non soltanto discriminazioni di genere, quindi in questo caso parliamo di omofobia, combatto la violenza in generale”.

Chiediamo a Davide perché acquistare il libro che racconta la sua vicenda: “Perché la mia storia può essere di aiuto alle generazioni future, ai genitori se volessero fare un regalo al proprio figlio, potrebbero regalare il mio libro, come gesto di dialogo e comprensione”.

Anche Claudia Mellace, del Team PoliticSchool, ci offre uno spunto di riflessione importante: “sono un membro di PoliticShool che non è un’associazione, ma un gruppo di giovani ragazzi che si è costituito nella volontà di fare formazione e informazione politica nel tentativo di ridurre quelle che sono le distanze tra i giovani e la politica. Siamo veramente contenti di essere qui questa sera, in particolar modo mi occuperò dell’ultima parte di questo evento, provando a raccontare Alessandro Cecchi Paone nella sua veste più naturale, oltre che personaggio politico, oltre alla sua carriera dal punto di vista personale e insieme ai miei colleghi, poi tratteremo proprio durante il corso dell’evento diversi temi e tematiche inerenti l’utilizzo del linguaggio, in particolar modo del linguaggio di genere”.

Claudio Dragone è uno dei due moderatori della serata, insieme a Michela Sinatora. Facendo parte della Consulta Giovanile, ed avendo il pieno appoggio dell’Amministrazione Comunale, tant’è che il Sindaco è stato presente ed ha voluto salutare i partecipanti, gli chiediamo la situazione locale che riguarda le tematiche LGBTQI+: “Credo sia ancora necessario, purtroppo e gli eventi, soprattutto sociali a cui stiamo assistendo, ce lo dimostrano. E’ fondamentale parlare ancora di diritti, non c’è abbastanza istruzione in merito al linguaggio giusto da utilizzare per non far sentire le persone sbagliate. Basta ricordare i moti di Stonewall, e di come alcuni argomenti vadano sprovincializzati, ebbene, il nostro Comune è da sempre vicino a queste tematiche e noi continueremo a fare divulgazione culturale in ogni sede, come questa sera”.

Autore del libro “Volevo essere la Barbie, storia di Davide e ordinarie omofobie” Domenico Latino, oltre ad essere giornalista, riesce a scavare all’interno delle situazioni, raccontando una verità che in molti ancora non conoscono, riuscendo a emozionare e fare breccia nei tanti lettori che hanno acquistato il volume: “Continua questo percorso che abbiamo iniziato a fine anno contro la discriminazione, grazie a Davide che si è raccontato con questo libro intervista che, molto modestamente, ho scritto con il suo aiuto. Una testimonianza importante molto forte, sicuramente un’occasione di riscatto per Davide e per tutti coloro che come Davide, a causa, tra virgolette, del loro orientamento sessuale, hanno dovuto subire e subiscono quotidianamente, degli atti terribili. Grazie a Davide, ho scoperto una realtà che ignoravo e ne sono contento perché è servito soprattutto a me, per abbattere pregiudizi che anche io avevo prima di conoscere Davide”.

Presente anche Anna Maria Stanganelli, Garante per la Salute alla Regione Calabria, che mai si è tirata indietro per difendere i diritti di tutti, lei, che va dritta al punto, raccontando anche attraverso le parole del libro, un’uguaglianza morale e giuridica spesso disattesa, ma che porta alla luce e agli occhi di tutti:“Al Garante spetta, nel territorio regionale, di verificare la piena attuazione di tutte le persone, di ogni colore, cultura, etnia, orientamento sessuale. La mia presenza qui oggi, è importante, perché come Ufficio del Garante per la salute, abbiamo avviato un percorso che si chiama “Vittime del Pregiudizio” sulla base di alcune sollecitazioni provenienti da realtà associative come Arcigay e Agedo, che avevano chiesto di intervenire per promuovere la cultura della non discriminazione a partire dai banchi di scuola, per cui ho ritenuto fondamentale impegnarmi perché tutti potessero avere voce. L’ho fatto innanzitutto abbracciando il libro del giornalista Domenico Latino, Volevo essere la Barbie, un romanzo di formazione che educa, soprattutto i giovani a quella cultura dell’inclusione, della non discriminazione, necessaria per formare le generazioni future, perché molto spesso si giudica diverso chi in realtà diverso non è”.

Ospite d’onore Alessandro Cecchi Paone, giornalista, politico, divulgatore, un uomo che ha da sempre raccontato la vita, la natura, mettendoci la faccia, persona oltremodo preparata e disponibile, anche nel dialogo con il pubblico, dal quale è stato più volte applaudito e che porta la sua testimonianza con il libro “A viso aperto” da leggere assolutamente: “In termini di diritti, di libertà di essere se stessi, soprattutto a livello sentimentale, a livello di amore a livello di sessualità siamo tutti uguali. Purtroppo in Italia, parlando del mondo libero e del mondo occidentale, del mondo liberale e democratico, l’Italia è un paese ancora molto in ritardo. Abbiamo una legge che io ho utilizzato per sposare il mio attuale compagno, la legge sulle unioni civili e basta, mentre tutti gli altri paesi, appunto, aperti e liberi, hanno il matrimonio egualitario, cioè non fanno differenza. se la coppia è fatta di un uomo e una donna, di due uomini, di due donne, si ha la possibilità di adottare la figlia o il figlio del compagno o della compagna, perché molte persone hanno avuto prima un matrimonio eterosessuale con un figlio e una figlia che vogliono portare nel nuovo nucleo familiare. In Italia non si può fare ecco perché ne parliamo qui oggi, perché vorremmo che questa uguaglianza che è nelle cose, nella natura e anche nella legislazione dei paesi liberi, diventi tale anche in Italia”.

Riccardo Cristiano

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