Cuore 2.017 di Gianni Scardamaglia al Salone di Torino
3 min di letturaCuore 2.017 (Falco editore), il libro di Gianni Scardamaglia presentato il 25 marzo a Lamezia Terme, sarà presente alla trentesima edizione del Salone del libro di Torino che si terrà dal 18 al 22 maggio del corrente mese.
Cuore 2.017, non è una riedizione del classico di De Amicis. Il testo è rivolto agli insegnanti, ai ragazzi, ai genitori, ai dirigenti e a tutti gli addetti ai lavori della scuola; è scritto in forma di saggio, racconto e satira.
Scardamaglia usa un linguaggio semplice e lineare, ma sostiene che di scuola deve parlarne principalmente chi ne ha competenza. Il maestro, in apertura, cerca di delineare una figura docente particolare.
Interessante, a questo riguardo, è la parte in cui elenca le caratteristiche peculiari che dovrebbero possedere i docenti: ”Occorrono qualità umane e professionali non comuni: saggezza, equilibrio, buon senso, grandi capacità comunicative verso il gruppo e nel dialogo individuale, delicatezza d’animo, sensibilità, linguaggio accattivante, tono della voce convincente, preparazione filosofica, sociologica, storica e psicologica, attitudine alla recitazione (non avete capito male, proprio quella del teatro), predisposizione alla guida e alla buona gestione del gruppo, ecc”.
Il maestro lametino, nel testo, sottolinea la grande valenza della relazione educativa, il rapporto tra i docenti e i genitori e i problemi creati alla scuola dalle confuse e incomplete riforme del passato.
Cerca di valutare le sfide delle nuove tecnologie, i problemi dell’immigrazione e dell’integrazione, la legge107 e la “buona” scuola.
Scardamaglia, alle pagine un po’ troppo serie, cerca di alternare una sorta di piacevole satira riferita ai ministri e ai sottosegretari e alla scuola del futuro: “Ministro, naturalmente, diventerà l’attuale sottosegretario. Cancellerà in un baleno le macchie e punterà tutto sui sapori. Seguirà i consigli dei vegani e pitturerà le pareti di tutte le scuole di verde, rosso, giallo, arancione e color melanzana”.
Inventa dei “tipi” particolarissimi di alunni e di professori: “Lui ha sempre le mani impegnate sul “Samsung Esse 107” e sul tablet di ultima generazione. Mentre la moglie guida per accompagnarlo a scuola, il prof guarda i telegiornali di Sky 24, legge Le Monde e Times contemporaneamente, si collega con la figlia che vive a Boston su Skype, parla al telefono con la suocera per dirle cosa vorrebbe mangiare a pranzo”.
Scardamaglia, inoltre, critica spiritosamente alcuni atteggiamenti dei genitori (WhatsApp e Va’ zappa). Nella conclusione l’autore riporta quelle che, a suo modo di vedere, sono le strategie per migliorare la scuola italiana: “rispettare la tradizione, accettare ed adottare le novità tecnologiche; perseguire continuamente il buon rapporto tra chi apprende e chi insegna, la collaborazione discreta delle famiglie e una buona organizzazione”.
Senza alcun dubbio, Falco presenterà a Torino un libro interessante e moderno. Lo stesso potrebbe rappresentare un utile strumento per i giovani insegnanti e una lettura interessante per gli addetti ai lavori della scuola, per i genitori e per gli alunni.