Curcio (PD Lamezia): riaprire subito le università
2 min di letturaDagli inizi di giugno che la movida calabrese ha ripreso a pieno ritmo
Comunicato Stampa
Dopo qualche timido controllo nei locali si sta svolgendo legittimamente e giustamente la ripresa del settore. Niente in contrario, per carità, ma ora sorge una domanda. Perchè i locali diurni e notturni (spesso senza distanziamento e controlli) hanno riaperto e le università no?
C’è da domandarsi per quale motivo si ci prende la responsabilità di ballare spesso in posti ristretti e senza precauzioni e non di studiare in ampie aule e biblioteche.
La responsabilità chi se la deve assumere? I rettori? La governatrice?
Noi studenti siamo angosciati da questa situazione, è complicato seguire lezioni online o sostenere un esame, tra connessioni instabili e docenti che non sono a passo con i tempi.
Tra mille difficoltà, le università non prevedono un aiuto concreto alle famiglie meno abbienti. Spesso coloro che devono essere aiutati e supportati sono i primi ad essere trascurati e di conseguenza è sempre più diffusa la pratica degli studenti con difficoltà economiche che lasciano l’università o non iniziano proprio. Scoraggiati da un diritto allo studio sempre più carente e reso ancor più complesso e difficile da ottenere a causa di questa situazione pandemica.
Date le difficoltà di interagire, date ormai le feste e festicciole che si consumano quotidianamente e dato al numero basso di contagi, cosa si aspetta a riaprire l’università a settembre?
Chi di competenza ha a cuore realmente gli studenti universitari?
Hanno a cuore gli studenti in difficoltà economiche che non possono permettersi una connessione internet o uno smartphone di ultima generazione?
Tutto questo silenzio è dovuto al fatto che non portiamo business e siamo semplici numeri che ce ne andremo?