Dalla Fiumarella ai mancati finanziamenti sulla ferrovia Cosenza – Catanzaro
3 min di letturaGiovanni Petronio, per chi non lo sapesse è colui il quale, da anni prova a fare due cose contemporaneamente: la prima è recuperare le fila della memoria del più devastante deragliamento ferroviario d’Italia, avvenuto il 23 dicembre 1961, sulla linea a scartamento ridotto Cosenza – Catanzaro, con “I ragazzi della Fiumarella Un disastro Ferroviario a colori. E poi?”
La seconda è tenere alta l’allerta proprio sulla predetta ferrovia, che da anni subisce un abbandono oramai conclamato, oltre ad una sospensione da Soveria Mannelli a Rogliano, causando ingenti problemi ai pendolari e al tessuto sociale dell’hinterland calabrese.
Petronio non si stanca a portare avanti le istanze del suo territorio e soprattutto dei suoi abitanti. Il libro e il suo impegno hanno scosso l’opinione pubblica e non solo; ha ottenendo svariati riconoscimenti e persino un plauso da parte del Presidente della Repubblica Mattarella nel marzo del 2018, che l’ha spronato a continuare nella lotta per la propria terra.
Per quello che concerne la situazione oggi, come afferma nella nota fattami pervenire: “dal 19 febbraio 2009 nei pressi di Carpanzano, prima un abbassamento e poi un vasto cedimento compromettono il tracciato al km 33+650. L’azienda intervenne risolvendo la questione in autunno e riaprendo la ferrovia per poche settimane, fino ad inizio del 2010, quando nello stesso luogo si ripresentò un ulteriore abbassamento della sede, che unitariamente alla frana tra Scigliano e Celsita, al km 43+350, cagionarono la sospensione immediata e l’invenzione dei trasbordi sostitutivi che, in tempi abnormi, circa tre ore solo andata, collegano l’area del Reventino con Cosenza!
Da un po’ di tempo sono stati annunciati stanziamenti importanti: 53,5 milioni, per l’adeguamento, messa in sicurezza e velocizzazione, in conformità della delibera Cipe n°54/2016, da Soveria a Catanzaro e da Marzi a Cosenza; 74,86 milioni, “decreto Delrio”, propedeutici al miglioramento dei livelli di sicurezza ferroviaria, in conformità degli standard europei e, infine, altri 8,4 milioni di euro, fondi per il dissesto idrogeologico, che sarebbero dovuti essere adoperati per la messa in sicurezza dei costoni franosi e che, dunque, avrebbero comportato la riapertura a scopo pendolare di tutta la linea.
A questo aggiungo che il 20 novembre 2015, presso la Sala Oro della Cittadella, si è tenuta alla presenza del governatore Mario Oliverio, del direttore di FdC Giuseppe Lo Feudo e dell’assessore alle Infrastrutture, il prof. Roberto Musmanno, la conferenza stampa per annunciare uno studio di fattibilità, del costo di 430.000 mila euro, atto a stabilire se fosse (oppure sia) possibile ed economicamente sostenibile velocizzare (costruendo o rettificando, non si è ancora ben capito), la tratta! L’opera faraonica, secondo gli illustri relatori, dovrebbe portare alla costituzione di una rilevante zona urbana unificata tra Catanzaro e Cosenza, collegabili nelle estremità (Unical e Germaneto), in un tempo di 50/70 minuti!
A tutto questo vanno aggiunti gli oramai problemi quotidiani che si riscontrano tra Soveria Mannelli e Catanzaro, dove una parte del materiale rotabile è usurato e l’infrastruttura ferroviaria inefficiente a servire l’utenza, che preferisce, ove possibile, adoperare il mezzo privato per spostarsi”.
Le domande legittime dell’autore sono:
-Che fine ha fatto lo studio di fattibilità?
-Che fine hanno fatto questi soldi?
Nell’attesa che, chi di dovere intervengo, siamo certi che Petronio continuerà nella sua opera.