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Davoli. Maltrattamento animali e resistenza a pubblico ufficiale (Video)

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Davoli. Maltrattamento animali e resistenza a pubblico ufficiale

Davoli. Maltrattamento animali e resistenza a pubblico ufficiale

Denunciate 2 persone e sequestrati 6 cani detenuti in un terreno in condizioni precarie e con gravi carenze sanitarie e non idoneo alle loro caratteristiche etologiche.

Nel corso di mirate attività di polizia ambientale nel centro abitato del comune di Davoli la stazione Carabinieri forestale di Davoli con la collaborazione di volontari del WWF e del Nucleo operativo guardie rurali ambientali nonché del servizio veterinario dell’ASP, hanno accertato che 6 cani erano detenuti in condizioni sanitarie inidonee al loro benessere e alle loro caratteristiche etologiche.

In particolare i 6 cani, tutti di razza meticcia e privi di microchip e di iscrizione all’anagrafe canina, si presentavano in uno stato di deprivazione sensoriale, in genere dovuta alla mancanza di stimoli nei primi mesi di vita, paurosi ed insicuri, con atteggiamento evitante ed eliminazione di urine attribuibile a uno stato ansioso con possibili fobie.

Gli animali erano detenuti in un’area adiacente all’abitazione dei proprietari, legati con catene o corde di lunghezza non idonea, in parte senza libero accesso all’acqua, e, dove presente, stagnante e con presenza di larve e residui vari.

Le cucce erano non idonee, qualche animale era su cumuli di macerie o in mezzo ad attrezzi agricoli e nessuno aveva cibo disponibile.

Nel corso del controllo uno dei proprietari prendeva in braccio uno degli animali e opponendo resistenza si dava alla fuga nei campi circostanti, per poi ritornare volontariamente dopo poco tempo.

Gli animali, a cura del servizio veterinario dell’ASP di Soverato, venivano quindi sottoposti a microchippatura, posti sotto sequestro, e, data l’enorme difficoltà di reperire nell’immediatezza una struttura autorizzata, consegnati in custodia giudiziaria a un privato disponibile a ospitare temporaneamente gli animali in proprie idonee strutture.

I soggetti responsabili, due coniugi, esperite le formalità di rito, sono stati deferiti all’Autorità giudiziaria con l’ipotesi di reato di maltrattamento di animali, il quale prevede che chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione o con la multa, e, per uno di essi, anche di resistenza a pubblico ufficiale.

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