De Biase: “Come sopravvivere in Calabria con una sanità a brandelli?”
4 min di letturaLa sanità in Calabria? La paura d’ammalarsi! E allora come possiamo sopravvivere in Calabria con una sanità a brandelli? Le riflessioni di Salvatore De Biase, già presidente del consiglio comunale di Lamezia.
Nota stampa: Ad aggravare la situazione complessiva poi, c’è il vaccino Astrazeneca si, Astrazeneca no, con i dubbi messi in luce. Da qui, l’attesa “dell’omologo” Johnson& Johnson. Ciò premesso, senza volere addossare colpe e responsabilità a nessuno, ma solo constatando la realtà complessiva, sul Covid in Calabria, potremmo dire che ci troviamo più fragili con:
-Ritardi sanitari accumulati e penalizzanti;
-un piano pandemico deficitario, se non assente;
-vaccini che mancano;
-personale medico e paramedico, a ranghi ridotti;
-ritardi e disorganizzazione;
E ancora:
-Medici curanti, per i vaccini chiamati, ma non tutti operativamente attrezzati;
-Disuguaglianze territoriali;
-Anziani in coda per ore per vaccinarsi ;
-Vaccini inoculati ai vari furbetti;
-Prenotazioni spesso impossibili;
-Incerto e lontano il piano di assunzioni;
In sintesi la Calabria è all’ultimo posto nell’erogazione delle cure vaccinali. ( questo è quanto riportato dalla stampa), quindi concretamente necessita una svolta immediata per:
-Incrementare vaccini;
-Strutture e personale;
-Una programmazione efficace;
-Un piano di vaccinazione coordinato e monitorato H24 e gestito con trasparenza;
-Rispetto dei diritti delle persone;
Insomma il Diritto alla Salute, è sancito dalla Costituzione Italiana, ma in Calabria, in buona parte è negato!
Vogliamo parlare dei commissari straordinari nominati? Un fallimento! Dopo 11 anni presentiamo la sanità regionale sempre più in ginocchio e indebitata:
-ci mostriamo precari nella medicina del territorio;
-la cura delle tante malattie oncologiche, quasi sempre costretti sulla via del nord;
-cantieri dei nuovi ospedali fermi da anni, che si accompagnano al grande progetto delle Case della Salute già finanziato, ma non decollato.
E non dimentichiamo, che in piena pandemia, la Calabria, non dispone neanche di un vero e proprio piano anti-Covid.
Stessa cosa per il Piano Pandemico dello Stato, datato 2006, poi col copia-incolla portato al 2016, (ed eravamo nel 2020).
Immaginiamo come abbiamo affrontato la pandemia!
E dire che il Piano era da aggiornare ogni tre anni!
Intanto la sanità calabrese, sia ospedaliera che territoriale, è ridotta al collasso, con liste di attesa infinite;
In breve , l’immagine della Calabria sanitaria ( e non solo) offerta al Paese è quella di una regione disgraziata, in preda alla ‘ndrangheta, spopolata di giovani. Spesso mostrata con una burocrazia in attesa di essere corrotta.
Certo non si nega che siamo nel sud e lontani dal “ Paese”, ma non sempre per colpa nostra. Abbiamo certamente le nostre responsabilità, come per esempio per ritardati pagamenti nella sanità.
In Calabria, si scopre che per il 2018/2019 , sono stati pagati interessi per oltre 50 milioni di euro. E con l’avvento dei commissari straordinari nominati dai vari governi? In 10 anni di Piani di rientro e 11 di commissariamenti, il deficit è stato ridotto di soli 6 milioni.
Di contro però, a fronte dei fallimenti dei commissari generali succedutisi, nell’anno 2013, il debito sanitario in Calabria era di 180 milioni di euro, ridotti a 37mlioni dalla gestione politica.
Insomma sappiamo che 70 mila calabresi emigrano al nord per farsi curare, con il costo crescente di ( 330 mln)
Non ci facciamo mancare neanche il blocco assunzioni. Quindi, come si può curare il popolo calabrese?
Sono quasi sconosciuti gli screening tumorali : utero- mammella- colon etc.
Parco ambulanze in Calabria con la media che oscilla da 300 a 500 mila km, spesso e volentieri con l’equipe sprovvista di medico.
Eppure la sanità in Calabria, assorbe circa il 65% del bilancio regionale, e il risultato? Lo conosciamo tutti. Fallimento totale.
Siamo sconquassati: latitano gli acquisti di strumenti e tecnologie moderne e la nostra sanità è fragile, malata e in piena emergenza.
Spesso ci si domanda: quando i bilanci nella sanità non quadravano, chi ha fatto cosa? E ancora: che cosa ha fatto finora Kpmg ( la società che ad oggi è costata oltre 10 milioni di euro alla Regione per verificare i conti del Servizio sanitario e i bilanci delle sue aziende pubbliche)?
E i commissari Pezzi – Scura-Cotticelli/Zuccatelli? Possono essere co-responsabili di siffatta sbandata sanità ?Certo! Non possono valere solo gli ipnotismi, le negazioni sull’uso della mascherina, le rinunce e le brutte figure televisive!
È evidente che chi è venuto in Calabria per “sanare la sanità” non ha operato verso i risanamenti e miglioramenti necessari, bensì ha in linea generale, proposto tagli di reparti, servizi, aumenti del debito, sprechi e costi per l’emigrazione sanitaria.
Il Piemonte invece, seppur nel 2019 era nel piano di rientro , nel 2020 ne uscito ed è diventato eccellenza. Perché la Calabria invece affonda? Oggi più che mai, necessitano gli investimenti nella sanità calabrese, e vanno progettati e realizzati, pensando anche al dopo Coronavirus.
Prima della pandemia i pronto soccorso, i reparti, erano strapieni, oggi vuoti, come si stanno curando le persone? Muoiono?
Medici- paramedici, eroi si, ma sfiancati, stanchi, ( turni massacranti, pericoli, mancate tutele ecc) quali provvedimenti?
La Calabria così “ muore” ecco perché il Governo del Paese non può mantenere una sanità che in Calabria non cura.
Allora la domanda è: che farà il nuovo governo multicolore del Draghi pensiero ?
E quale azione concreta ci sarà a breve del Figliuolo Commissario?
Salvatore De Biase
Già Presidente Consiglio Comunale Lamezia