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De Biase: intestazione sala consiliare Lamezia a Monsignor Renato Luisi

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Salvatore De Biase - LameziaTerme,it

Salvatore De Biase

Salvatore De Biase scrive una lettera aperta al sindaco di Lamezia Terme Paolo Mascaro, al presidente del Consiglio, Pino Zaffina e ai consiglieri capigruppo del Comune chiedendo di intestare la sala consiliare a Monsignor Renato Luisi

Di seguito la lettera:

Preso atto che la storia dell’Unificazione di Lamezia, ha avuto vicissitudini che richiamano alla memoria di tutti noi, un forte apprezzamento verso quanti si sono prodigati per dare una prospettiva alla nostra realtà urbana; insomma Il 4.1.1968, è il compimento di una scelta lungimirante, un pensiero futurista, storico, un’azione che portò agli onori del tempo, una realtà urbana chiamata Lamezia Terme, che in tanti magari osteggiarono e tanti magari invidiarono.

Onore e gloria dunque al suo ideatore, Sen Arturo Perugini e a quanti insieme a lui, come l’On Salvatore Foderaro, lottando contro mille ostacoli, portarono sotto un unico vessillo, tre realtà urbane a stare insieme, per guardare ad una prospettiva. La Nuova Brasilia, così come la definì, Arturo Perugini.

Verificato altresì che l’idea di una conurbazione proposta, si presenta ancora oggi, come atto di grande avvedutezza politica, che richiama, ieri quanto oggi, lo spirito della proposta, che guardava al nostro territorio, un riferimento per l’intera Calabria, e punto di snodo per una economia attrattiva utile ai paesi dell’intero corollario lametino e che, a ragion veduta, molti sono stati gli atti generosi di riconoscimento verso il Padre fondatore e compianto concittadino, On. Arturo Perugini, come intitolazione di Piazze, Strade, Busti bronzei, ecc,

Constatato inoltre che alte figure di prestigio, hanno contribuito alla nascita della nostra città, come ad esempio Morsignor Renato Luisi, il quale si è prodigato al sostegno del progetto unificativo di Lamezia, dopo aver paventato l’accorpamento della Diocesi Nicastrese, verso la diocesi di Catanzaro, da scongiurare per tutte le negazioni che richiamava, da qui

Esaminato  quindi ruolo determinante della Chiesa, e specificatamente quello prodotto da Monsignor Renato Luisi, il quale mobilitò finanche Aldo Moro, suo personale amico e affiancò concretamente il progetto dell’Unificazione perorato dal nostro On. Arturo Perugini;

Valutato e visti gli ostacoli incontrati a vari livelli, si intuì che la fusione non si sarebbe mai potuta ottenere per volontà popolare o politica. Bisognava che vi fosse un “motivo superiore”, e questo fu, ovvero salvare la Diocesi un tempo centro vitale ed anche quindi motivo di orgoglio per la comunità che si poteva davvero definire cristiana e dare forza di conseguenza alla nascente Lamezia, facendo intravedere ogni utile prospettiva; Mons. Luisi, per difendere la sopravvivenza della sua diocesi, preparò un memoriale di ben quindici cartelle e lo spedì alla Congregazione, nel quale adduceva i seguenti tre motivi: 

  1. Secondo il censimento del 1961, la città di Nicastro contava 33.373 abitanti, numero che negli ultimi cinque anni si era accresciuto di altri 9.557 unità, di cui 4.373 di nuovi iscritti e 5.184 di immigrati, per cui la popolazione in quel momento era arrivata a 42.930 unità. Mons. Luisi ricordò pure che secondo un progetto di legge, presentato dal Senatore Perugini e in discussione sia alla Camera che al Senato, era previsto l’accorpamento dei Comuni di Nicastro, di Sambiase e di Sant’Eufemia. Nel momento in cui fosse stato approvato tale disegno di legge, la nascente città di Lamezia Terme sarebbe arrivata a contare una popolazione di circa 70.000 abitanti. 
  2. Nicastro ospitava tutte le scuole di ogni ordine e grado e poteva disporre di molti istituti di credito; di un aeroporto già finanziato; dell’Autostrada del Sole ed un inizio di industrializzazione della Piana Lametina che faceva bene sperare
  3. Poiché Catanzaro e Squillace potevano già contare su una popolazione di 260.000 abitanti, accorpando anche Nicastro, l’arcidiocesi catanzarese avrebbe raggiunto una popolazione di ben 450.000 anime diffuse su un territorio ampissimo.

Considerando le difficoltà di collegamento tra la fascia ionica e tirrenica, spaccata in due dalla dorsale appenninica, era facilmente comprensibile quante e quali sarebbero state le difficoltà per assistere una massa così imponente di fedeli. Il progetto per la realizzazione delle due mega diocesi nella Provincia di Catanzaro venne accantonato definitivamente durante l’episcopato di Mons. Palatucci successore di Luisi, con una miniriforma che portò alla soppressione soltanto di alcune piccole diocesi.  Fu dunque Mons. Renato Luisi a salvare la diocesi e implicitamente favorì la nascita di Lamezia, per questo suo impegno, va certamente elogiato e ricordato. Non fu di poco conto, in ogni caso, la sua personale e strettissima amicizia con l’on. Aldo Moro, all’epoca Presidente del Consiglio dei Ministri (dal 4 dicembre 1963 al 24 giugno 1968) determinante per la nascita di Lamezia Terme che fugò definitivamente il rischio della soppressione della diocesi nicastrese. 

Pertanto, riscontrato quanto sopra esposto, si invita il Sig. Sindaco e l’intero Consiglio Comunale, a valutare l’intestazione della Sala Consiliare del Comune area Maddame, a Sua Eccellenza Vescovo Mons. Renato Luisi, per quanto svolto e concretizzato a favore dell’unione di Lamezia, così come positivamente considerato da parte del Vescovo Monsignor Luigi Cantafora, precedentemente allo scopo informato, dallo scrivente assieme ad altri consiglieri, nella precedente consiliatura.

Salvatore De Biase
Già Presidente Consiglio Comunale

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