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Decreto Calabria, Amalia Bruni (Gruppo Pd): una legge fatta per noi ma è applicata solo in altre regioni

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amalia bruni

Qui cerchiamo i medici in tutto il mondo mentre i nostri giovani sono costretti a emigrare

Comunicato Stampa

L’emergenza sanitaria in Calabria non ha mai fine e la carenza di medici ha da tempo superato i livelli di guardia.

Il Commissario Occhiuto continua a pensare che le cose si risolvono andando lontano, addirittura fino a Cuba, mentre basterebbe guardare dentro casa per invertire decisamente la rotta.

Per la vicenda gravissima del reclutamento dei medici l’unica soluzione possibile ad oggi è quella che stanno applicando, paradossalmente le altre regioni e si chiama Decreto Calabria. Grazie alla legge del 30 dicembre 2018 numero 145, gli specializzandi iscritti al terzo anno possono partecipare ai concorsi pubblici per titoli ed esami a tempo indeterminato e, se idonei, vengono inseriti in graduatoria separata e secondaria rispetto ai medici specialisti. Quindi gli specializzandi possono essere assunti, a tempo determinato per passare automaticamente a tempo indeterminato al conseguimento del titolo, fino a 36 mesi nella rete formativa della propria scuola e fino a 18 mesi in tutti gli ospedali che fanno parte della rete formativa di una scuola di specializzazione della medesima branca frequentata dal candidato risultato idoneo.

A fine 2021 è stato firmato e reso noto il decreto del Ministero dell’Istruzione di concerto con il Ministero della Salute, per l’adozione dell’accordo quadro ex art. 1, co. 548 bis, che riguarda appunto le modalità di svolgimento della formazione specialistica.

Norma, almeno finora, largamente disattesa in Calabria. In un recente sondaggio dell’ANAAO, oltre il 90% degli specializzandi è favorevole al DL Calabria e sarebbe disposto ad essere assunto a tempo determinato con automatica trasformazione a tempo indeterminato al conseguimento del titolo di specialità.  Secondo i dati diffusi dalla Direzione generale delle professioni sanitarie e delle risorse umane del Servizio Sanitario Nazionale, sono circa 2.500 gli specializzandi già assunti con il cosiddetto “DL Calabria”, (in prima fila in Veneto e in Emilia Romagna) a fronte di una platea potenziale di 27.000 specializzandi (600 solo da noi) su tutto il territorio nazionale.

E in Calabria? Il Governatore Occhiuto ad agosto 2022 ha avviato una inutile manifestazione d’interesse regionale rivolta agli specializzandi per il reclutamento di medici mediante il DL Calabria con un contratto di 30 ore settimanali (passato poi a 32 ore).

Ad ottobre 2022 in una nota del Dipartimento Salute della Regione Calabria si legge “In riferimento all’Avviso pubblico esplorativo per la formazione di elenchi regionali di medici in formazione specialistica disponibili a prestare la propria attività nelle Aziende del Servizio Sanitario della Regione Calabria si comunica che sono pervenute 371 adesioni da parte di medici afferenti alle diverse discipline oggetto della procedura esplorativa”.

Un avviso pubblico che però, come ho affermato fin dal primo momento lascia il tempo che trova perché per poter lavorare nelle varie strutture gli specializzandi hanno bisogno di partecipare, come è giusto che sia, a concorsi pubblici con graduatoria dedicata specificatamente a loro. Ecco perché mi arrivano numerose mail e segnalazioni da parte di tanti giovani che vivono questa cosa come l’ennesima beffa nei loro confronti, illusi che la manifestazione di interesse potesse andare oltre un pur vago sondaggio.

E come se non bastasse, ad ostacolare la carriera dei giovani medici ci si mettono anche gli Atenei e i direttori di scuola che non concedono agli specializzandi i nullaosta che gli permetterebbero di lavorare al di fuori della scuola stessa. Bisogna inoltre lavorare ad accreditare per l’Alta Formazione quante più unità operative possibili in tutti gli ospedali calabresi.

Alla fine, l’intero fabbisogno di medici in Calabria potrebbe essere abbondantemente coperto dai nostri medici specializzandi con costi veramente ridotti. Basterebbe bandire qualche concorso in più anziché chiedere aiuto ai colleghi stranieri sparsi per il mondo.

Quindi torno a chiedermi, si tratta solo di incapacità? Siamo disponibili a dare una mano nel risolvere i problemi a patto che si producano provvedimenti efficaci e non solo spot per restare qualche minuto sotto ai riflettori.

Lo scrive in una nota Amalia Bruni, Gruppo Partito Democratico e Vicepresidente della Commissione Sanità in Consiglio Regionale.

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