La demolizione del “sieggio” di Serrastretta: un colpo al cuore della comunità
3 min di letturaLa rimozione dello storico spazio di incontro suscita indignazione e rammarico tra i cittadini
Comunicato Stampa
Ciò che ci lega al nostro paese, che ci dona un senso di appartenenza e identità, è indubbiamente il luogo in cui siamo nati e cresciuti.
Serrastretta, per molti dei suoi abitanti, rappresenta queste radici: il luogo dove si è studiato, dove si è dato il primo bacio, dove si incontrano e tuttora si ritrovano gli amici, dove risiede la famiglia. Sono queste le pietre miliari di un’identità che forma un legame indissolubile tra una persona e il suo paese.
Questa mattina, però, Serrastretta si è svegliata con una ferita profonda. La piazza centrale del paese, l’amatissima piazza Pitagora, ha visto la demolizione del “sieggio”, lo storico spazio che ha rappresentato per generazioni di cittadini un luogo di incontro, di amore e di dibattito.
“È come se avessero sradicato una parte del mio cuore”, afferma commosso Ubaldo Fazio, un residente che ha vissuto tutta la sua vita a Serrastretta.
“In quel ‘sieggio’ ho dato il mio primo bacio, ho passato serate interminabili a chiacchierare con gli amici e ho discusso di politica e di vita.”
La demolizione del “sieggio” ha suscitato un profondo dispiacere tra gli abitanti del paese. Molti si sono ritrovati a riflettere con amarezza su come il loro passato stia venendo cancellato per fare spazio al nuovo, per trasformare Serrastretta in un “paese albergo”. Questa operazione, percepita come una sradicazione della memoria collettiva, sta creando un vuoto incolmabile nella storia del paese.
“È come se stessero radendo al suolo ciò a cui apparteniamo profondamente da sempre”, dichiara con rammarico Maria, un’altra residente storica del paese.
“Stanno cancellando irreversibilmente la tradizione di un popolo, i suoi ricordi e la sua identità.”
La rabbia e il rammarico sono palpabili tra gli abitanti, che vedono in questa demolizione non solo la perdita di un luogo fisico, ma anche l’eliminazione di una parte significativa della loro storia e cultura. La piazza Pitagora, con il suo “sieggio”, era molto più di un semplice spazio architettonico; era il simbolo di una comunità viva e coesa.
La decisione di rimuovere il “sieggio” per fare spazio a nuove strutture turistiche è vista da molti come un tradimento delle radici stesse del paese. In un’epoca in cui il turismo è spesso considerato una risorsa economica indispensabile, la sfida è trovare un equilibrio tra lo sviluppo e la conservazione delle tradizioni locali.
Gli abitanti di Serrastretta sperano che questa perdita possa servire da monito, affinché in futuro si possa dare maggiore importanza alla preservazione del patrimonio culturale e sociale del paese. Solo così sarà possibile mantenere vivo il legame indissolubile che unisce ogni cittadino al proprio luogo di appartenenza.