Don Panizza: “In Calabria ci sono tanti giovani che vogliono cambiare questa terra”
3 min di letturaCostruire speranza 2: chiude con un bilancio più che positivo il progetto sulle buone pratiche di giustizia e legalità. Don Panizza: “È importante che in Calabria, considerata da molti ‘irredimibile’, ci siano tanti giovani che vogliono cambiare in meglio questa terra” LAMEZIA. Molto intensa e ricca di ospiti la seconda giornata del convegno “Costruire speranza 2” che ha concluso la presentazione degli obiettivi raggiunti, grazie al progetto portato avanti dalle 12 diocesi calabresi. Ad introdurre i lavori è stato don Gianfranco Belsito, componente del comitato scientifico del progetto, che ha affermato: “Dobbiamo fare in modo di andare verso i giovani, abbiamo bisogno della loro presenza carismatica nei nostri territori”.
Don Belsito ha poi rimarcato: “Le opere-segno realizzate col progetto sono la dimostrazione che il percorso formativo effettuato nelle diocesi calabresi non deve fermarsi, non deve finire. ‘Costruire speranza’ deve rappresentare un modo concreto di essere Chiesa, un servizio vero e proprio”. Il componente del comitato scientifico ha successivamente moderato gli interventi di alcuni delegati Caritas convenuti da altre regioni del Mezzogiorno d’Italia: don Marco Russo, direttore Caritas di Salerno; don Pasquale Cotugno e Pietro Fragrasso, rispettivamente direttore e componente della Caritas di Cerignola (Foggia); Giuseppe Paruzzo, delegato Caritas Sicilia. Campania, Sicilia e Puglia, tre regioni dove le Caritas hanno operato e continuano a lavorare in contesti ‘borderline’ riuscendo a riqualificare terreni e immobili appartenuti alle organizzazioni criminali, riportando la legalità in ambiti specifici come nel comparto agricolo dove spesso ‘mette radici’ il caporalato; creando cooperative che danno lavoro ad immigrati e a persone con problemi di tossicodipendenza o ex detenuti. I delegati Caritas hanno raccontato le loro le loro attività pensate ad hoc per le cosiddette ‘pietre di scarto’ ovvero per gli ultimi, per tutte quelle persone che nessuno vuole e che grazie alla guida e al sostegno delle Caritas diocesane hanno potuto riscattarsi e ridare dignità alla loro vita.
Nel corso del convegno sono stati premiati gli istituti scolastici calabresi che hanno partecipato al concorso cortometraggi “Luci e ombre di legalità in Calabria”. Il concorso è stato curato da Enzo Bova componente della cabina di regia del progetto insieme a Maria Angela Ambrogio e ad Isabella Saraceni. Il primo gradino del podio se lo è aggiudicato l’Ite “Piria – Ferraris” di Reggio Calabria con il corto “Qui cambierà”. Secondo posto per il liceo classico “San Paolo” di Oppido Mamertina con in lavoro “La Calabria in chiaroscuro”; terzo classificato l’Itis “Fermi” di Castrovillari con il corto “Un errore ti segna per sempre”. Alla premiazione hanno partecipato anche i docenti dei tre istituti premiati che hanno ringraziato i partner del progetto e, in particolare, l’Istituto scolastico regionale. I professori hanno tenuto a evidenziare l’originalità dei lavori filmati realizzati in toto dagli studenti che, per l’occasione sono diventati registi, attori, fotografi e sceneggiatori.
Don Giacomo Panizza, vicedirettore della Caritas diocesana di Lamezia Terme, ha concluso i lavori ribadendo che giustizia e legalità, punti cardine del progetto ‘Costruire speranza’ sono “sono un infinito presente, un cantiere sempre aperto”. In merito alle opere-segno realizzate con l’iter progettuale, don Panizza ha asserito: “È emblematico che ci siano giovani che vogliono veramente rimboccarsi le maniche per cambiare questa terra. Questo è un fatto importante, visto che la Calabria da molti viene considerata ‘irredimibile’ non solo nel Settentrione d’Italia ma anche nel Meridione”. Il vicedirettore Caritas ha incalzato: “Dobbiamo dire ‘no’ alla Calabria dei rassegnati. Dobbiamo saper stare insieme per abbracciare anche quelli che stanno in croce. Chi sceglie di stare con la criminalità non conosce il perdono, non sa perdonare. Invece chi perdona è grande, non è debole! La Calabria ha bisogno di tanta speranza perché speranza significa porre dei segni generativi che resistono al male e danno vita al bene”.