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D come donna, la donna in politica, davanti alla giustizia e nello sport

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“Dobbiamo lavorare di più per dimostrare, sgomitando, che siamo più brave degli uomini”

LAMEZIA. Per la Giornata internazionale delle donne svoltasi ieri l’Associazione Muse e Risveglio ideale hanno tenuto un incontro dal titolo D come donna nel corso del quale si è fatto il punto sull’attuale condizione femminile in Italia e sulla via da proseguire verso una sempre più concreta parità dei generi.

All’evento, moderato dalla giornalista Maria Scaramuzzino, hanno preso parte Angela Napoli, presidente di Risveglio ideale ed ex parlamentare, Maria Mirabelli, giudice onorario del tribunale dei minori di Catanzaro, e Claudia Vetromilo, in rappresentanza della Royal Team Lamezia.

“Dobbiamo lavorare di più per dimostrare, sgomitando, che siamo più brave degli uomini”, ha esordito Angela Napoli, “Lo dico per esperienza personale: le pari opportunità sono solo sulla carta. Si stentano a riconoscere le effettive capacità delle donne. In politica, innanzitutto, siamo meno corruttibili degli uomini, non ci lasciamo intimorire e riusciamo a lavorare in maniera trasversale senza che i colori di appartenenza ci ostacolino. Tuttavia si ostinano ad affidare alle donne sempre i soliti incarichi”. Senza mezzi termini, l’ex parlamentare traccia i contorni di una situazione che negli ultimi decenni si è riproposta sempre uguale, affermando altresì che non sempre le colpe sono attribuibili agli uomini. “V’è una parte di responsabilità che non possiamo non attribuire alle donne stesse, a quelle che decidono di non esporsi. La donna deve uscire allo scoperto, perché tante battaglie si possono vincere se sono le donne a combatterle. Donne determinate, propositive e responsabili”.

Di parere non discorde è stata Maria Mirabelli, che a fronte della propria esperienza coi minori in tribunale ha fatto eco alla Napoli. Maria Mirabelli è sì giudice onorario, ma è soprattutto psicologa e grazie al suo occhio esperto ha fornito una narrazione oggettiva di ciò che avviene alle donne che si trovano a dover fare i conti, da vittime, con la giustizia. “Le donne hanno paura di parlare sia quando subiscono ingiustizie a lavoro sia quando le subiscono in famiglia”. Anche sul concetto di parità la posizione della Mirabelli è stata netta. “La donna non dev’essere pari all’uomo perché quest’ultimo non è un metro di paragone. Trovo più corretto affermare che i due sessi debbano essere paritari”. Una via per cambiare è l’educazione, soprattutto quella che avviene in famiglia. Gli uomini, anche quelli violenti, sono cresciuti da donne, per questo “siamo noi donne che abbiamo il compito e il dovere di educare i nostri figli maschi al rispetto e alla cooperazione”.

Gli interventi sono stati arricchiti da intermezzi musicali a cura del giovane Muse’s choir life e da performance teatrali allestite da Mammut Teatro, una realtà lametina di formazione teatrale ideata e gestita da Achille Iera e Gianluca Vetromilo. Proprio i due attori hanno sottolineato l’importanza dell’arte per la crescita del tessuto sociale. La mission di Mammut Teatro, ha spiegato Vetromilo, è quella di “creare qualcosa di qualità. L’arte deve farsi”. Pertanto, in occasione dell’8 Marzo, i ragazzi che frequentano i laboratori teatrali hanno preparato delle “poesie scritte da donne, sottolineando che la femminilità è qualcosa di concreto”, ha concluso Iera.

Daniela Lucia

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