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Doris Lo Moro, il saluto alla carriera politica e il ritorno in magistratura

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Doris Lo Moro ripercorre e saluta la sua lunga carriera politica

LAMEZIA. Non nasconde una certa commozione Doris Lo Moro quando prende la parola per salutare i tanti ospiti, arrivati da tutta la Calabria, che hanno riempito la sala di Palazzo Nicotera-Severisio, nel centro di Lamezia Terme. Vi erano, tra gli altri, l’ex ministro per gli Affari regionali ed ex sindaco di Monasterace Maria Carmela Lanzetta, l’ex sindaco di Isola Capo Rizzuto Carolina Girasole, il testimone di giustizia Rocco Mangiardi e anche l’ex sindaco di Rosarno Elisabetta Tripodi.

Un evento a cui la senatrice ha tenuto particolarmente e durante il quale ha fatto un po’ il resoconto di quella che è stata la sua lunga carriera politica che dura da oltre vent’anni, a partire dal 1993 quando fu eletta sindaco di Lamezia Terme, poi da assessore, deputata e senatrice della Repubblica.

È del suo impegno politico dunque che ha voluto parlare alla platea e per uno scopo ben preciso che ha deciso di annunciare pubblicamente: lasciare la politica e tornare in magistratura, in maniera consapevole e senza alcun ripensamento, anzi esortando i presenti a non prendere l’incontro come un semplice addio alla politica, ma come il segno della sua presenza fino a ora, consapevole che sia arrivato il momento di lasciare spazio ai giovani volenterosi.

“Un modo personale di concludere un capitolo molto importante della mia vita e voglio farlo a Lamezia – afferma la Lo Moro -, perché è qui che ho iniziato la mia attività politica e questa città mi ha sostenuto fortemente in quello che non era solo un impegno personale ma di tutta la città”.

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Doris Lo Moro

Una carriera costellata di successi, di lotte e di passione, ma anche di grandi difficoltà e delusioni per tutto quello che ancora avrebbe potuto essere fatto, soprattutto in Calabria. Esperienze e duro impegno politico e sociale nella XVII Legislatura che la Lo Moro ha affidato, seppur nei limiti di alcune pagine, a un opuscolo donato ai presenti alla serata e dal titolo particolarmente evocativo: Racconto di un impegno. “Sento il diritto e il dovere di dire che ho lavorato producendo dei risultati da senatrice della Repubblica e che questi risultati sono anche raccontabili, seppur in quelli che sono solo frammenti di una vita politica intensa”.

Ripercorre gli impegni istituzionali che ha portato avanti con dignità e onore, con uno sguardo sempre rivolto alla città di Lamezia Terme, a partire dall’importante ruolo di capogruppo alla Commissione affari costituzionali che la senatrice ha deciso volontariamente di ricoprire per le proprie competenze tecniche e perché ci si trovava nella “stagione delle riforme”, in parte naufragata per un insuccesso non personale ma certamente collettivo, che ha visto però un Senato che, a dispetto di ciò che si pensava, è stato capace di autoriformarsi.

Le opposizioni e i no portati avanti: come quello contro la sicurezza urbana, che avrebbe significato l’allontanamento dal territorio, da parte del sindaco di turno e con daspo urbano, delle persone disagiate; il no alla fiducia sull’omicidio stradale per la sproporzione delle pene previste.

Tante anche le battaglie significative portate avanti e vinte dalla Lo Moro, quale quella dell’approvazione della legge sulle intimidazioni a tutela dei tanti sindaci che si trovano a dover affrontare situazioni così difficili, soprattutto in Calabria, come la stessa Lanzetta che subì vili atti intimidatori (l’incendio alla farmacia di Monasterace e colpi di pistola contro la sua autovettura).

La Lo Moro ci ha parlato anche del suo impegno a favore delle donne con l’approvazione della legge, una delle più avanzate d’Europa, che garantisce il 50 % delle quote rosa nel Parlamento Europeo, che porta la sua firma nonostante il parere contrario del PD e nonostante una serie di interessanti retroscena che la senatrice non risparmia di condividere con il pubblico presente.

E ancora, una serie di leggi che vanno dalla violenza privata allo stalking, dalle battaglie sui minori orfani di femminicidio alle leggi sulla tortura e la mancata presidenza della commissione d’inchiesta sul femminicidio, per via del suo essere “scissionista”. Da non dimenticare neanche la legge in favore delle unioni civili, di cui la Lo Moro si dice particolarmente orgogliosa.

“Per me – prosegue – la politica è stata autentica passione. In questo momento la lascio e tornando in magistratura riprendo il mio cammino dimostrando che la politica è passione che può durare per un tempo definito e che ci sono altri che devono farsi avanti. Torno al mio lavoro – conclude – con l’orgoglio di aver dimostrato a tutti che si può fare politica rimanendo sempre fedeli a se stessi”.

Valentina Dattilo

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