Dpcm: a Reggio Calabria e Crotone alcuni negozi aperti per protesta
3 min di letturaA Crotone iniziativa del 70% dei commercianti, bar con tavoli all’aperto
Né schiamazzi, né violenza. A Crotone la protesta contro il dpcm che dichiara la Calabria zona rossa va in scena lavorando. Nel primo giorno di lockdown, i commercianti crotonesi le cui attività sono tra quelle da tenere chiuse, hanno invece deciso di aprire i loro negozi nonostante i divieti. Una protesta spontanea, nata attraverso il tam tam sui social, che ha coinvolto il 70% delle attività commerciali nel capoluogo di provincia e che dovrebbe durare solo la giornata di oggi. Sono rimasti aperti soprattutto i negozi di abbigliamento, mentre bar e ristoranti, che pur organizzati per l’asporto (che non è vietato), hanno piazzato i tavolini in strada per accogliere i clienti.
“Crotone ha avuto il coraggio di protestare in modo silenzioso ma concreto contro l’istituzione della zona rossa – ha detto uno dei partecipanti all’iniziativa -. Nonostante il momento di crisi, le problematiche e le difficoltà che abbiamo, protestiamo con dignità facendo il nostro lavoro: restando aperti per non morire. Un plauso a tutti i colleghi che hanno avuto il coraggio, nonostante il pericolo di incorrere in multe e chiusure, di aprire i loro negozi. Dobbiamo essere orgogliosi di questa risposta. Penso che gli imprenditori abbiano dato l’esempio. Ci stanno arrivando anche plausi da colleghi della Lombardia che vorrebbero imitare la nostra iniziativa”.
Protesta anche chi ha deciso di restare chiuso obbedendo alle disposizioni governative, ma ha attaccato alle vetrine dei manifesti contro “un dpcm incomprensibile” e ribadendo di pagare colpe di chi ha gestito in questi anni la sanità calabrese.
A Reggio Calabria qualcuno ha deciso di violare le rigide restrizioni del lockdown. Alcuni negozianti, infatti, la cui categoria merceologica rientra tra quelle alle quali il DPCM Conte ha imposto la chiusura, hanno deciso lo stesso di alzare le saracinesche dei loro locali ed aprire al pubblico. Pochi, rispetto, comunque, rispetto al resto che si è adeguato alle normative anti-covid. Dpcm sostanzialmente rispettato in riva allo Stretto. Pochi clienti per chi ha rischiato e pochissime persone in giro, alle fermate dei pullman; traffico scarso lungo le arterie principali, e abbondante disponibilità di parcheggi, vero miraggio degli automobilisti nei giorni normali.
Bar e pasticcerie, hanno bloccato i loro ingressi: è vietato entrare, ma si può ordinare all’entrata per poi consumare tutto comodamente a casa. “Certo, non è come nei giorni normali – dice il titolare di una pasticceria sul viale Aldo Moro -. La perdita di clientela c’è, rispetto all’afflusso che avevamo quotidianamente davanti al banco. Tuttavia è necessario farlo per il bene di tutti. Speriamo che serva”.
Da questa mattina l’azienda di trasporto pubblico locale, l’Atam, in ottemperanza al Dpcm del 4 novembre 2020, e fino a nuove disposizioni, nell’ambito delle misure urgenti per la prevenzione e gestione dell’emergenza epidemiologica, ha limitato la capienza dei propri bus al 50%. Ma molti pullman circolano con pochissima gente a bordo. (ANSA).