DRINKIN’ A BEER IN CAFE’RETRO’
3 min di letturaNuovo appuntamento al Cafè Retrò di Lamezia Terme il 30 novembre, all’interno della rassegna Matrioska Teatro: Levate ‘a Pistol Down (ritornello di Pistol Packin’Mama, canzone popolare tra i soldati americani giunti a Napoli nel 1943) è la performance musico-teatrale dell’artista calabro-campano Vincenzo Mercurio che racconta la storia napoletana dal post guerra fino alla nascita dell’industria criminale organizzata e le gesta della famiglia Maresca tra bellezza, risate e drammaticità.
Il racconto viene alternato da canzoni, un mix di melodia e sceneggiata napoletana che coinvolge e riscalda gli animi. Abbiamo incontrato Vincenzo, del quale ci piace sottolineare la bellezza d’animo e la delicatezza:
Da dove viene Vincenzo Mercurio? Descriviti per chi non ti conosce.
Avevo 23 anni quando arrivai a Scilla e conobbi il teatro Proskenion. Cominciai il mio apprendistato e a partecipare agli spettacoli come musicista. Con gli anni mi appassionai all’arte dell’attore e in generale al teatro. Sono di S.Antonio Abate in provincia di Napoli e il legame con la Calabria è stato sempre molto forte considerando che la famiglia materna è calabrese, di Simbario.
Nel tuo spettacolo c’è una fortissima componente campana riconducibile alla tradizione neomelodica e della sceneggiata…
La musica napoletana è certamente una mia grande passione. Per quante tradizioni, stili e sonorità sia contaminata, la musica napoletana è davvero densa . In “Levate ‘a pistol down” cerco di far risaltare delle differenze sostanziali e di qualità tra i generi musicali che hanno attraversato Napoli in questi ultimi sessant’anni.
Levate ‘A Pistol Down che nasce dal laboratorio “Tempo rubato alla Ndrangeta” mette al centro un argomento attualissimo, ovvero come alcune forme di criminalità strumentalizzino le forme espressive di comunicazione…
Questa esperienza laboratoriale è stata una grande occasione per incontrare moltissimi studenti e attraverso riflessioni sul linguaggio utilizzato da molti cantanti neomelodici e dai cantanti di canzoni malavita calabrese, che enfatizzano e mitizzano le gesta, i valori e gli atteggiamenti della realtà mafiosa e del mondo criminale.
Negli ambienti criminali la musica diviene strumento per accrescere consensi e il linguaggio dei testi, per determina una forte confusione valoriale. Ho la sensazione che anche molte produzioni cinematografiche e fiction televisive vadano in questa direzione che ritengo pericolosa. In queste canzoni Si parla di rispetto, onore, famiglia, legge e comandamenti ma la cui condivisione si basa sul silenzio e la paura.
Sei direttore di una delle realtà teatrali più importanti di Reggio Calabria ovvero il Teatro Proskenion che vanta un superbo curriculum e collaborazioni di grande livello ma sei anche un clown e un “maestro di arte e di vita” per i ragazzi dell’associazione persone down…
Il Teatro Proskenion è una grande comunità, credo sia un modo di fare teatro. Lo definisco un teatro liquido. In questi anni gli spettacoli prodotti riscuotono un discreto successo oltre ad essere per noi strumento di incontro e di confronto con la società con cui ci confrontiamo ogni giorno. Il mio mestiere si alimenta di tutto ciò ed è un aspetto prevalente che motiva il nostro fare teatro.
Stare insieme ai ragazzi dell’associazione down è ogni volta come partecipare ad una festa. Sono quattro anni che ci incontriamo con una certa frequenza con la “scusa di fare teatro” ma è sostanzialmente uno spazio di libertà sia per me che per loro. Ci divertiamo moltissimo.
Che cos’hai in cantiere per il nuovo anno?
A febbraio debutterò con il nuovo spettacolo “ ‘O Megalomén” un’evoluzione di “Levate ‘a pistol down”. Sono sicuro sarà una bella avventura. Con il gruppo continueremo a costruire occasioni di incontro e formazione oltre che di poter replicare il più possibile i nostri spettacoli.
Ricordiamo che Levate A Pistol’ Down sarà al Cafè Retrò il 30 novembre per Matrioska Teatro. Per tutti gli appuntamento del Retrò potete consultare la pagina facebook.
Valentina Arichetta