Empèdocle, presentato a Lamezia il poema narrativo della monaca eremita Mirella Muià
3 min di letturaMartedì 29 novembre 2022 è stato presentato nella chiesa di Santa Lucia a Lamezia Terme il poema narrativo Empèdocle di Mirella Muià per le edizioni LYRIKS
L’autrice prende spunto dalla moderna figura del pensatore siceliota per riflettere sull’urgenza di guide spirituali e sul desiderio d’amore che anima la fede vera, così Empedocle diviene simbolo per chi cerca Dio.
L’inizio della presentazione ha come apertura la presenza ed il canto delle “Ancillae Domini” con il loro “canto della bellezza e dell’armonia”.
Presente l’editore Nino Cannatà, che ha spiegato l’importanza di una tale pubblicazione e della personalità di Madre Mirella, artefice di uno scritto che è insieme “dilemma contemplativo, amante del silenzio, tipico dei monaci asceti chiamati a immergersi nel fuoco dell’amore di Dio”
Moderatrice della presentazione, l’assessore Giorgia Gargano, oltremodo sensibile a tematiche che uniscono la Città di Lamezia Terme, rivolgendosi sempre ad un pubblico variegato, dove le varie sensibilità, sono prese in considerazione, al fine di giungere ad un bene comune: “E’ una serata particolare questa, un po’ nella logica che stiamo seguendo da alcuni mesi, quella di svegliare la nostra consapevolezza, di essere eredi di una tradizione culturale antichissima. Madre Mirella Muià, che è un eremita, ha rivitalizzato l’eremo di Monserrato vicino Gerace. Madre Mirella in tutto è un interprete di questo perché lei, e questa è una delle sue missioni, ovvero quella di raccordare il cristianesimo orientale con il cristianesimo cattolico. Nella sua vita, nelle sue numerose vite, è stata anche poetessa prima di abbracciar e la vita diocesana della diocesi di Locri Gerace e stasera presentiamo la traduzione di un suo poema, Empedocle, che lei ha composto quando era una insegnante di letteratura italiana alla Sorbona di Parigi. Per noi è un grande onore per una delle voci più pure della letteratura e poi forse proprio dell’intero mondo del pensiero della nostra terra, del territorio e quindi una bella occasione per tutti”.
Abbiamo avuto inoltre l’opportunità di parlare con l’autrice, Madre Mirella, oggi eremita nell’Eremo dell’Unità a Gerace, nella Locride, dopo aver insegnato per anni tedesco e italiano nei licei francesi ed essere stata per 12 anni ricercatrice di letteratura italiana alla Sorbona, quindi lettrice di francese all’Università della Calabria.
Come nasce quindi quest’opera? “E’ molto difficile dirlo, perché ho ripreso questo la lettura di questo libretto solo da poco e mi sono resa conto che è veramente per me un punto interrogativo di come sia nato. Per me è una delle esperienze questo libro, confermata adesso, è che nella storia del percorso di una persona non ci sono periodi chiusi e definitivamente passati, ma ci sono le tracce di un percorso e quindi in un certo senso è un incoraggiamento a considerare le proprie esperienze proprio così come un percorso”.
Concludiamo questa intensa esperienza con una citazione di Empedocle, che ci esorta a fare ciò che, forse, è davvero importante: “La forza che unisce tutti gli elementi per essere tutte le cose è l’amore, chiamato anche Afrodite. L’amore unisce elementi diversi in un’unità, per diventare una cosa composita. L’amore è la stessa forza che gli esseri umani trovano nel lavoro, ogni volta che provano gioia, amore e pace. La lotta, d’altra parte, è la forza responsabile della dissoluzione”.
Riccardo Cristiano