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Epatite acuta bambini e vaccino covid, Iss: “Nessun elemento per legame”

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coronavirus vaccino

L’Istituto chiarisce: “Improbabile adenovirus come causa, origine infettiva causa più probabile”


Nessuna correlazione tra l’epatite acuta riscontrata nei bambini e il vaccino anti-Covid.

Lo chiarisce l’Istituto superiore di sanità (Iss), per il quale “al momento non ci sono elementi che suggeriscano una connessione tra la malattia e la vaccinazione, e anzi diverse considerazioni porterebbero ad escluderla. Nella quasi totalità dei casi – ricorda l’Iss – in cui si è a conoscenza dello status i bambini colpiti non erano stati vaccinati” contro il Covid. In un aggiornamento su quanto ad oggi si conosce sulle epatiti pediatriche registrate in diversi paesi compresa l’Italia, l’Istituto precisa che “l’ipotesi che l’epatite acuta di origine sconosciuta nei bambini sia causata da un adenovirus è improbabile, in quanto questo tipo di virus normalmente non è associato a malattie epatiche”.

Piuttosto, spiega l’Iss, “una eziologia infettiva sembra essere più probabile in base al quadro epidemiologico e clinico”.

L’Istituto ricorda quindi che l’adenovirus contenuto nei vaccini a vettore adenovirale anti Sars-Cov-2 utilizzati in alcuni Paesi (in Italia AstraZeneca e Janssen), è geneticamente modificato in modo da non replicare nelle cellule del nostro organismo. Allo stato attuale delle conoscenze quindi, non sembrano biologicamente possibili i fenomeni di ricombinazione tra adenovirus circolanti e ceppo vaccinale. Questi infatti presuppongono il rimescolamento di geni tra virus mentre questi si moltiplicano, ma questo non è possibile per il vettore utilizzato per la vaccinazione”.

“Al momento nessuna delle teorie formulate sull’origine ha avuto un riscontro attraverso evidenze scientifiche – ricorda l’Iss – Inoltre ogni anno in Italia, come negli altri paesi, si verifica un certo numero di epatiti con causa sconosciuta, e sono in corso analisi per stabilire se ci sia effettivamente un eccesso. Le ipotesi iniziali del team di indagine nel Regno Unito proponevano una eziologia infettiva o possibile esposizione a sostanze tossiche. Informazioni dettagliate raccolte attraverso un questionario relativo a cibi, bevande, abitudini personali dei casi non hanno evidenziato esposizioni comuni”.

Le indagini microbiologiche “hanno escluso virus dell’epatite A, B, C, D ed E in tutti i casi. Tra 13 casi notificati dalla Scozia, per cui sono disponibili informazioni di dettaglio sul testing, tre avevano una infezione confermata da Sars-CoV-, 5 erano negativi e 2 avevano avuto una infezione da Sars-CoV-2 tre mesi prima. Cinque casi avevano un test positivo per adenovirus tra gli 11 dei 13 casi per cui erano disponibili dati su questo tipo di test”, ricostruisce l’Iss.

Qual’è l’evoluzione, dai primi casi di epatite acuta di origine sconosciuta a oggi? “Il 5 aprile 2022, il Regno Unito ha notificato un aumento nel numero di casi di epatite in bambini precedentemente sani sotto i 10 anni. Il 12 aprile, il Regno Unito ha riportato che, oltre ai casi riportati in Scozia, erano stati identificati circa 61 casi sotto indagine in Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord, la maggior parte di età compresa tra 2 e 5 anni. Il 14 aprile, la Scozia ha riportato 13 casi sotto indagine di cui due coppie con link epidemiologici”, ricorda l’Iss. La presentazione clinica dei casi nel Regno Unito era di epatite acuta grave con aumento delle transaminasi (Ast/ALT) superiore a 500 IU/L e in molti casi ittero – osservano gli esperti – Nelle settimane precedenti, alcuni casi avevano presentato sintomi gastro-intestinali tra cui dolore addominale, diarrea e vomito. La maggior parte dei casi non ha presentato febbre. Alcuni casi hanno usufruito di cure specialistiche in unità epatologiche pediatriche e alcuni di questi hanno ricevuto un trapianto di fegato”.

Al 21 aprile 2022, casi di epatite acute in bambini sono stati riportati in Belgio, Danimarca, Francia, Irlanda, Olanda, Romania, Spagna, potenzialmente in Svezia, il 19 aprile in Israele (12 casi) e il 20 aprile in Italia (4 casi). La maggior parte dei paesi riporta un numero di casi limitato. Fa eccezione il Regno Unito che, al 21 aprile 2022, aveva identificato oltre 100 bambini di età inferiore a 10 anni con epatite acuta in totale 8 bambini hanno ricevuto un trapianto di fegato. Al di fuori dell’Unione Europea, al 15 aprile 9 casi di epatite acuta tra bambini di età compresa tra 1- 6 anni con test positivo per adenovirus sono stati riportati dalle autorità sanitarie dello stato americano dell’Alabama, alcuni di questi presentavano una infezione da adenovirus sierotipo 41. “Al momento, riporta l’Ecdc nell’ultimo bollettino aggiornato al 23 aprile, non c’è una chiara correlazione tra i casi riportati. Nessun chiaro fattore di rischio epidemiologico è emerso tra i casi, così come nessuna associazione con i viaggi”, conclude l’Iss.

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