Gli eroi e i miti greci come non li avete mai letti
4 min di letturaAlcuni testi per una lettura dei poemi epici diversa dal solito.
Se un approccio, per così dire, troppo tradizionale ai poemi epici – come l’Odissea e l’Iliade di Omero – non è mai stato il vostro forte, forse è il caso di affidarsi a testi che possono offrirne chiavi di lettura inedite.
Il mercato del libro ci viene in soccorso, offrendoci una scelta vasta quanto interessante di pubblicazioni sulla materia, che siano romanzi o saggi, di autori che operano una riscrittura del mito a partire dalle fonti – note – di cui disponiamo, ad hoc per tutti i tipi di lettori.
Messi da parte, per un attimo, i patronimici che accompagnano i guerrieri, la brutalità e il fato da semidio di Achille e la magia della temibile Circe, facciamoci accompagnare da Madeline Miller in una storia non nuova, certo, ma narrata in modo del tutto inconsueto, partendo da chi ruota intorno ai nostri eroi.
Ne La canzone di Achille (Marsilio) leggiamo, sentiamo e facciamo nostra la voce narrante e la vita di Patroclo, devoto amico di Achille. Un incontro, a Ftia, che cambierà le loro vite. Si intrecciano così due destini, l’amicizia e poi l’amore tra i due – tanto intenso quanto straziante – che la Miller spoglia di ogni morbosità per restituirla al lettore in tutta la sua sconvolgente naturalezza. La scoperta, anche fisica, dell’altro; l’arrivo dei due compagni a Troia, per una guerra lunga un decennio.
La battaglia che mostra la natura feroce e inarrestabile del Pelide, preda sul campo dei più bassi istinti primordiali. Sa però essere amorevole con colui che sempre gli è stato vicino, che ama più di se stesso: Patroclo, il dolce Patroclo. Uniti nella vita e nella morte. Nella pace dopo la vendetta.
Personaggi le cui vicende sono scandite dalla presenza degli dèi, voci spesso fuori campo in grado di decidere della buona o della cattiva sorte degli uomini, ai quali erigere altari su cui sacrificare il miglior bestiame o, all’occorrenza, vite umane.
Anche con Circe (Sonzogno) la Miller usa lo stesso metodo: a raccontare la storia, la propria, è la maga e lei sola. La scrittrice tratteggia, quindi, con eleganza una figura femminile misteriosa e piuttosto complessa, che va al di là dell’ammaliatrice che trasforma i compagni di Odisseo in porci e che proprio al re di Itaca si offre.
Niente guerra, niente eroi con pesanti armature. Solo la solitudine dell’esilio sull’isola di Eea, l’incomprensione e la diversità rispetto alle sorelle e ai fratelli, la scoperta della divina magia di cui è capace. Una avventura che vedrà l’incrociarsi della sua esistenza con quella di alcuni dei principali eroi della mitologia classica: l’inventore Dedalo e il figlio Icaro, il mostruoso Minotauro, l’avventuroso Giasone e la tragica Medea.
Giulio Guidorizzi nei due saggi Io, Agamennone e Ulisse, l’ultimo degli eroi (editi Einaudi), ci fa un ritratto approfondito delle vicende e della personalità dei due compagni di guerra. La fredda astuzia di Ulisse e la ὕβϱις (hỳbris) di Agamennone, uomo di potere abituato a decidere le sorti della sua gente.
L’uno tornerà a casa vent’anni dopo la caduta delle mura di Troia, riprenderà il suo posto accanto al figlio Telemaco e alla moglie Penelope, dopo aver trucidato i Proci. L’altro farà ritorno in patria trionfante dopo la guerra, portando con sé la schiava Cassandra ma trovando – entrambi – la morte per mano della moglie Clitennestra e dell’amante di lei, Egisto.
A raccontarci le vicende della sacerdotessa di Apollo, Cassandra, è Christa Wolf, in un testo-monologo edito da E/O che tutto d’un fiato tocca le tappe più importanti della vita della figlia di Priamo, sorella di Ettore; dal dono della preveggenza al suo amore per Enea, fino a divenire schiava e bottino di guerra.
Inoltre, a passare il testimone del racconto ad altre figure femminili forti sono rispettivamente: Margaret Atwood con Il canto di Penelope (Ponte alle Grazie); Marilù Oliva con L’Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre (Solferino).
Nel testo della Atwood, voce di spicco della narrativa e della poesia canadese, troviamo la consorte di Odisseo nell’Ade, da qui racconterà finalmente la sua versione della storia. Il testo corale della scrittrice Oliva dà spazio, invece, alle molte donne che hanno fatto parte della vita del figlio di Laerte; mogli, madri, amanti e dee si danno il cambio nel ricordo del loro amore, speso per colui che spesso hanno dovuto a malincuore lasciare andare.
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V.D.