Escursione notturna a Corazzo lungo Il Cammino di Gioacchino
2 min di letturaLa tappa autunnale di due giorni de “Il Cammino di Gioacchino da Fiore” è stata organizzata il 1 e 2 ottobre, in occasione del “Giubileo della Misericordia”, con il patrocinio del “Parco Nazionale della Sila”, dal progetto “Gedeone” e da “I Cammini del Sud” in collaborazione con “Gunesh, associazione culturale” e “Rivientu”.
Sono partiti dalla stazione ferroviaria di Soveria Mannelli, hanno percorso binari abbandonati, passando attraverso mille bellezze paesaggistiche, per arrivare in una suggestiva Abbazia di Corazzo, illuminata appena da un falò, da candeline e da un meraviglioso cielo stellato.
Dopo una cena a base di prodotti tipici e di Idromele, gli escursionisti si sono radunati all’ingresso della badia dove, sulla scia della “riscoperta della spiritualità del cammino”, sono stati rapiti dall’incanto delle spiegazioni del professor Francesco Polopoli, reduce dal Congresso Internazionale di Studi di Italianistica presso l’Università EOTVOS Lorand (ELTE) di Budapest, nonché membro del “Centro Internazionale di Studi Gioachimiti” di San Giovanni in Fiore.
Il Polopoli ha affrontato la questione finita nello spazio corazzese da parte di Gioacchino da Fiore nella sua sete d’infinito.
Attraverso il richiamo etimologico, ha proposto corrispondenze linguistiche tra Corazzo e le lingue classiche, evidenziando il luogo dello spirito nel verbo dell’Antico.
Proprio a Corazzo, a quanto risulta dalle indagini attuali, Gioacchino da Fiore ha compiuto due dei suoi miracoli.
A riguardo, Polopoli ha specificato l’attenzione statistica del tamaturgo sui problemi mentali, congratulandosi con il progetto Gedeone “per aver coniugato, anche alla luce di ciò, la valorizzazione del patrimonio artistico e l’igiene mentale”.
Dopo il pernottamento in una struttura convenzionata, gli escursionisti hanno ripreso il cammino alla volta del Monte Reventino verso Conflenti per concludere il percorso con la visita e la messa nel santuario della S.S. Madonna della Quercia di Visora.
Giuseppe Donato