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L’esplorazione della Calabria grecanica al centro del libro di Raffaele Gaetano

3 min di lettura
Falvo D'Urso e Raffaele Gaetano

Nel corso di un incontro, organizzato dall’Uniter di Lamezia Terme, guidata dalla neo presidente Gabriella Colistra, è stato presentato il libro “Edward Lear. Cronache di un viaggio a piedi nella Calabria del 1847” di Raffaele Gaetano, esperto di letteratura di viaggi ed autore di numerose opere su tale argomento

A conversare con  l’autore la past presidente Costanza Falvo  D’Urso che ha esordito sostenendo l’importanza  di conoscere meglio il  territorio  della Calabria grecanica «per far fronte al grave errore commesso da alcuni viaggiatori del Gran Tour, nel XVIII e XIX secolo, che videro la nostra regione unicamente come zona di transito per la Sicilia, anziché come  una terra su cui fermarsi per apprezzare le bellezze paesaggistiche e i siti archeologici».

Proprio questa zona della Calabria Meridionale  fu visitata durante un viaggio di 40 giorni, compiuto a piedi nel 1847 dal diarista e paesaggista inglese Edward Lear, insieme all’amico apprendista pittore John Proby.

I due viaggiatori ebbero modo di ammirare paesaggi mozzafiato, spettacoli naturali che suscitarono nel loro animo uno stato di rapimento, di incanto, definito sublime. Entrambi furono guidati dal mulattiere Ciccio Casciano, che, senza mai protestare, dava loro i migliori consigli per attraversare un territorio spesso impervio tra la costa e le montagne dell’Aspromonte.

Numerosi gli incontri con personalità nobili e borghesi del tempo che diedero ai due viaggiatori ospitalità dietro esibizione di alcune lettere di raccomandazione, fornite dal Consigliere d’Intendenza di Reggio Calabria Giuseppe De Nava, per ottenere accoglienza durante le loro numerose tappe senza le quali non sarebbero stati ospitati e non avrebbero potuto conoscere ed usufruire delle squisite prelibatezze culinarie offerte loro durante la permanenza nelle loro dimore.

«La preziosa opera –  ha commentato Costanza Falvo D’Urso – ha richiesto diversi anni di studi e di ricerche attendibili e si presenta come un viaggio nel viaggio ripercorrendo, secondo il corretto ordine temporale, dal 25 luglio al 5 settembre 1847, gli spostamenti a piedi di Edward Lear» di cui il professor Gaetano riporta nel libro anche i resoconti illustrati o Diari, pubblicati a Londra nel 1852, dai quali emerge la volontà dell’artista  londinese di inoltrarsi non solo  nella cosiddetta Calabria ulteriore  per scovarne le bellezze paesaggistiche e donarle  al mondo attraverso i suoi dipinti, ma anche l’esigenza di scoprire i caratteri, le qualità, le debolezze, le fragilità, i difetti, i pregi dei calabresi per poi poterli raccontare.

I luoghi visitati, pertanto, sono arricchiti da un patrimonio di immagini, disegni, pitture, che ritraggono in maniera puntuale l’antico Bruzio e a differenza dei viaggiatori del  ‘700, che interpretavano i luoghi con la propria sensibilità artistica, Edward Lear riproduce nei suoi acquerelli quanto scorgeva nella realtà.

«Le pagine del libro si impongono tra le più suggestive  della letteratura odeporica ( di viaggio) dell’Ottocento» ha puntualizzato Costanza Falvo D’Urso la quale, nel corso dell’incontro, ha rivolto all’autore una serie di domande che hanno facilitato l’approccio e l’approfondimento delle tematiche trattate relative  ai personaggi, al concetto di sublime (spaesamento dell’animo che si prova di fronte ad alcuni spettacoli della natura), dell’orrido che è dato cogliere in alcuni personaggi femminili come in quello della sorella brutta e ignorante di Giuseppe Tropeano, proprietario terriero e sindaco di Condofuri dal 1846 al 1848.

A ciò si aggiunge il senso dell’umorismo che aleggia nel narrato, lo spirito di ospitalità e accoglienza  alle  quali dal 1994, sulle orme di Lear, all’interno del Parco nazionale dell’Aspromonte è  stato dedicato un itinerario escursionistico e un sistema di accoglienza per i turisti denominato Il Sentiero dell’Inglese.

Un ulteriore approfondimento sull’opera è stato apportato dalla lettura di alcuni brani del libro da parte della professoressa Giovanna Villella.

Lina Latelli Nucifero

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