Evidenti Contraddizioni
3 min di letturaA settembre del 2005 nella sede romana della Regione Calabria, Agazio Loiero (presidente della giunta regionale dell’epoca) incontrò il famoso architetto Paolo Portoghesi per comunicargli che, il gruppo di progettisti da lui guidato, era il vincitore del concorso per la progettazione della Casa dei Calabresi, la Cittadella Regionale che sarebbe sorta a Germaneto.
Nel 2008 fu posata la prima pietra e, otto anni dopo (2016) Mario Oliverio, presidente dell’ ente regionale, ha avuto l’onore di ricevere il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella invitato a tagliare il nastro per inaugurare l’apertura della imponente struttura.
Realizzato su una superficie di diciannovemila metri quadrati, con un previsto valore di intervento pari a circa ventisettemilioni di euro ed un costo effettivo di ben centosessantamilioni di euro, è il complesso edilizio più grande di tutta la regione. È composto da tre edifici disposti in maniera tale da formare una C stilizzata, con un corpo centrale che si eleva fino all’undicesimo piano, racchiude al suo centro la Piazza della Calabria di circa diecimila metri quadrati con il disegno della pavimentazione che ricorda la piazza della Basilica di San Marco a Venezia considerata, architettonicamente, “la piazza delle piazze”.
Marmi, acciaio, vetrate continue, pannelli in gres porcellanato, giardini interni, scale e ascensori per muoversi da un piano all’altro, da un’ala all’altra a ciascuna delle quali è stato dato il nome del vento che spira nel punto cardinale ove è situata: Tramontana e Maestrale. Al di fuori della piazza, in zona immediatamente attigua, cinquantottomila metri quadrati di area parcheggio e, tutt’intorno, quarantamila metri quadrati di area verde.
In questo fantasmagorico vascello posto a cavallo fra il Tirreno e lo Jonio, lavorano circa duemila dipendenti dislocati nei vari uffici della Presidenza, della giunta regionale, degli assessorati, dei dipartimenti e di tutte le aree di interesse collegate.
Grande opera e grande progetto che ha consentito il taglio di sette milioni di euro che, la Regione Calabria, ogni anno pagava per il fitto di vari uffici dislocati nella sola città di Catanzaro. Grande progetto e grande spesa che pare possa essere ammortizzata nel giro dei prossimi venti anni.
Peccato però che non siano stati previsti i cestini per la raccolta dei rifiuti sia lungo i lucidissimi e ampi corridoi sia nell’immenso piazzale adibito a parcheggio.
Comprensibile ossimoro progettuale visto che non si sa proprio più dove sistemarli i rifiuti calabresi…
Peccato però che la maestosa struttura rappresenti una intrinseca contraddizione visto che la Calabria è la regione più povera d’Italia, con un elevatissimo tasso di disoccupazione e un servizio sanitario da Terzo Mondo e al primo posto per la sua corruzione.
Peccato che, a tanta modernità e cotanto fulgore, non si sia ancora adeguata la macchina amministrativa e il sistema di accoglienza del semplice cittadino che se, per esempio, aspira ad interloquire con un assessore, deve sostare dinanzi alla porta del suo ufficio insieme a tutti gli altri cittadini convocati per la medesima ora; deve attendere per almeno tre ore prima di varcare la fatidica soglia dopo essere stato puntualmente sorpassato dal ‘dritto’ di turno che si intrufola nell’ufficio di segreteria, sussurra qualcosa nell’orecchio di un componente dell’allegro e spensierato staff dell’assessore e, con indisponente ‘nonchalance’, precede tutti gli altri in rassegnata attesa.
Peccato che bisogna ancora sopportare di dover cedere il passo a manipoli di signori in giacca/cravatta /ventiquattrore che, in quanto consiglieri regionali, hanno priorità assoluta sull’inerme cittadino incappato in questa secolare e immarcescibile dinamica clientelare che, in altri territori, acquisisce ben più pesanti definizioni.
E guai a dimostrare il proprio disappunto! Si rischia di essere relegati in una stanzetta a conferire con uno dei tanti, anonimi capi-struttura che silentemente ascolta, premurosamente annota qualcosa e conclude dicendo:”Le faremo sapere”.
Ecco sprecati 160 milioni di euro di risorse.
Il Direttore Responsabile
Mariateresa Costanzo