Falerna. Fermare il declino: evitato il dissesto economico del nostro Comune
4 min di letturaIn poco più di 60 giorni dal nostro insediamento, con il Consiglio Comunale di ieri, siamo riusciti ad evitare, o quanto meno a rinviare, l’avvio delle procedure per dichiarare il dissesto economico e finanziario del nostro Comune, riuscendo con la nostra azione amministrativa nell’intento di poter prendere atto del “permanere” degli equilibri generali di bilancio per l’esercizio 2019
Comunicato Stampa
L’articolo 244 del TUEL 267/2000 recita infatti che “Si ha stato di dissesto finanziario se l’ente non può garantire l’assolvimento delle funzioni e dei servizi indispensabili ovvero esistono nei confronti dell’ente locale crediti liquidi ed esigibili di terzi cui non si possa fare validamente fronte”.
Questa, infatti, la situazione che abbiamo ereditato dalla amministrazione uscente che, ad esempio, ha contratto oltre 500.000 euro di mutui per impianti fotovoltaici (che stanno pagando i cittadini) e che non funzionano, sono praticamente distrutti dall’incuria e dalla manutenzione pagata ma per la quale non si è mai verificato che fosse correttamente eseguita. Alleghiamo le foto dello stato in cui versa lo stato degli impianti.
Un altro mutuo, anche questo di quasi mezzo milione di euro, è stato contratto per realizzare un centro di aggregazione mai realizzato ma il cui debito è sulle spalle dei cittadini.
Abbiamo inoltre ereditato un contenzioso legale, rilevato nei soli primi 60 giorni, pari a oltre 500 mila euro. Purtroppovi è ragione di ritenere che ne verranno altri, sempre generati negli ultimi 10 anni, di oltre il doppio di quanto oggi stimato.
Ad esempio, una pendenza con l’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero che alla fine dell’Amministrazione Menniti nel 2009 si stava chiudendo per 40.000 euro, dovuti per un campo sportivo, fatti lievitare a circa 500.000 euro per non aver chiuso la vicenda con una gestione che non ci consente nemmeno di trovare un termine adeguato per definirla.
A seguito di questa vicenda, sul Comune pende un pignoramento presso il tesoriere di ben 250.000 euro che, se non fosse per la capacitàamministrativa messa in campo in questi 60 giorni, non ci avrebbe consentito di poter procedere al pagamento degli stipendi dei dipendenti e, conseguentemente, di affrontare la stagione estiva così come la abbiamo affrontata.
Abbiamo riscontrato un debito con la Sorical per oltre 294.000 euro, rateizzato ma non pagato, per il quale rischiavamo un taglio della portata idrica che avrebbe lasciato senz’acqua gran parte del Comune nel periodo estivo.
E ancora. Crediti non riscossi per oltre un milione di euro molti dei quali relativi all’acquedotto e che in parte sono ormai prescritti per una inettitudine formidabile e unica nel suo genere.
Non possiamo, infine, non citare un indebitamento destinato inesorabilmente a crescere a causa di una serie di servizi affidati all’esterno con costi enormemente superiori alle entrate. Come il servizio idrico affidato ad una societàesterna per 528.800euro l’anno, quando dallo stesso servizio il Comune incassa poco più di 250.000 euro.
E ci fermiamo qua per non tediare il lettore ma l’elenco è ancora molto lungo.
Dicevamo, quindi, uno sforzo incredibile compiuto in 60 giorni di duro impegno e che ieri ci ha consentito di evitare quella che sarebbe potuta essere la doverosa deliberazione del Consiglio Comunale (non revocabile) dello stato di dissesto, come previsto all’articolo 246 del T.U.E.L. 267/2000.
Questo articolo prevede infatti che: “La deliberazione recante la formale ed esplicita dichiarazione di dissesto finanziario è adottata dal consiglio dell’ente locale nelle ipotesi di cui all’articolo 244 e valuta le cause che hanno determinato il dissesto”.
Appena sarà terminata la stagione estiva terremo una serie di incontri pubblici durante i quali elencheremo in dettaglio tutta la situazione debitoria del comune e lo sperpero di denaro avvenuto nell’ultimo decennio che ha portato al declino del nostro paese.
Abbiamo messo in cantiere una poderosa azione di risanamento, ma il pericolo del dissesto potrebbe da un momento all’altro ripresentarsi ove mai dovessimo allentare la tensione anche solo decidendo di amministrare in maniera semplicemente ordinaria, figuriamoci se poi si decidesse di farlo alla “volemose bene” così come sollecitato spesso dai banchi di quella minoranza che rappresenta proprio l’amministrazione uscente.
Associazione “Fermare il declino”