Fare musica in Calabria: intervista a Fabrizio Basciano
4 min di letturaLa musica è una delle risorse che, anche in una terra bella e controversa come la Calabria, può rappresentare un’opportunità per i giovani talenti.
In terra di ‘ndrangheta, la musica potrebbe aiutare a costruire una strada per un futuro diverso, a insegnare il rispetto delle regole, la socialità e la condivisione.
Anche la musica in Calabria può essere un mezzo per educare alla legalità e per lanciare positivi segnali che contribuiscano a migliorare l’immagine e l’idea della regione.
Le distanze geografiche, anche grazie ad Internet, si sono ormai accorciate e, pur partendo dal Sud, i progetti musicali di valore possono essere promossi e avere buone prospettive di successo.
Sono aumentate le proposte e le possibilità per i giovani musicisti, cantautori o compositori calabresi anche se, fare musica al Sud, è ancora molto difficile nonostante la passione, il talento e la professionalità facciano parlare di Musica con la lettera maiuscola, Musica da poter esportare oltre ogni confine geografico.
Un talento musicale trasportato dal caldo vento calabrese è Fabrizio Basciano, docente di musica, musicista, giornalista e critico musicale per il Fatto Quotidiano, musicologo per l’Opera di Firenze e il Festival della Valle d’Itria.
Ha studiato composizione, musica elettronica e pianoforte, si è laureato in Musicologia presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” conseguendo poi l’abilitazione all’insegnamento presso il Conservatorio di Musica “F. Torrefranca” di Vibo Valentia.
È inoltre autore di libri come Battiato ’70, tra popular music e avanguardie colte, edito da Crac Edizioni. Basciano, oltre ad opere elettroacustiche come Le 7 perle di Belzebù, è anche autore di diverse canzoni, tra cui ricordiamo:
– MENTI VUOTE: un mix di spunti esoterici e protesta sociale il cui videoclip è stato un innovativo esperimento di genere partecipativo e social, praticato nella stessa forma e con le stesse modalità anche da Alessandra Amoroso nel videoclip Stupendo fino a qui.
– VOTO NO: brano scritto per il referendum costituzionale di dicembre 2016 che, oltre a essere stato premiato da Il Fatto Quotidiano come miglior contributo alla campagna per il No referendario, è stato rilevato dallo stesso Basciano, come oggetto di appropriazione del tutto arbitraria da parte di un blog di propaganda grillina che, inserendovi immagini, scene e personaggi mai esplicitamente menzionati nel testo della canzone, lo ha di fatto strumentalizzato a proprio uso e consumo.
– SENZA META: è l’ultimo brano prodotto, uscito nel mese di gennaio 2017, che ha dedicato alla sua compagna Vittoria, alla cui figura si è ispirato per il testo. Un brano con molta musica elettronica, i cui suoni graffianti e distesi al tempo stesso si fondono alle chitarre rock di Giandomenico Ferrise.
Tutte le canzoni sono state composte, arrangiate e cantate da Fabrizio Basciano che ne è anche autore dei testi, con le collaborazioni di Giandomenico Ferrise alle chitarre e Vittoria Gargano alle voci di Voto No.
Qual è la situazione musicale nel territorio lametino o, più in generale, calabrese?
“Ne ho scritto qualche giorno fa sul Fatto: da un punto di vista di vita notturna e musica live la situazione non è male. Lamezia, negli ultimi cinque anni, è diventata un polo attrattivo per diverse altre città calabresi, prime tra tutte Catanzaro e Vibo, ma anche Cosenza. Ora la sfida è riuscire a convivere e a fare rete altrimenti si rischiano incomprensioni e faide assolutamente inutili.
Da altri punti di vista accusiamo ancora lo scacco del non avere veri e propri circuiti teatrali attivi, ma questo è un discorso che vale per tutta la Calabria: non esistono vere e proprie stagioni concertistiche e questa è una grave mancanza, perché la gente non si nutre e i talenti devono emigrare”.
Quale collegamento c’è tra il fare musica e scrivere o trattare di musica?
“Le figure che in tal senso hanno segnato la storia sono molteplici, prima fra tutte Robert Schumann: lui scriveva musica (e che musica!) e nel frattempo esercitava, insieme alla moglie Clara, l’attività di critico musicale (e che critico viste le competenze che poteva vantare, quelle stesse che mancano invece al 99% degli attuali sedicenti critici musicali italiani). Sono attività che possono andare a braccetto ma che, al contempo, possono completamente essere scisse, dipende dalla propria personalità e dal background: la critica, come ci dimostra quella d’arte, può e forse fa anche bene a essere completamente avulsa dal contesto produttivo: ciò non toglie però che occorre, per esercitarla con consapevolezza, conoscere a menadito la materia oggetto della sua analisi”.
Quali sono stati i musicisti o cantautori che la hanno maggiormente formata o influenzata?“Franco Battiato, Ludwig van Beethoven, Gesualdo da Venosa, Arvo Pärt, i Pink Floyd, Wolfgang Amadeus Mozart (e cioè Andrea Luchesi e tutti gli altri compositori coi quali si è costruito il mito mozartiano), Gioacchino Rossini (che gioia quell’uomo, che miracolo!), Aphex Twin e tantissimi altri.
Ovviamente non faccio di tutta l’erba un fascio: bisogna saper distinguere e dare a Cesare quel che è di Cesare, ma senza, al contempo, disprezzare e snobbare: non è facile”.
Cosa si sente di dire ai giovanissimi, lametini e non, che vogliono o che vorrebbero dedicarsi alla musica?“
Fatelo! È la più grande e bella possibilità, il più grande dono che possiate fare alla vostra vita”.
Valeria Folino