Farmabusiness: Tallini, il clan Grande Aracri e i medicinali oncologici rivenduti all’estero
3 min di letturaScandalo Farmabusiness: Tallini, il clan Grande Aracri e i medicinali oncologici venduti all’estero a prezzo maggiorato.
Il clan ‘ndranghetista dei Grande Aracri di Cutro distribuiva farmaci nella provincia catanzarese; inoltre acquistava prodotti dalle farmacie a prezzi di mercato per poi rivenderli all’estero a prezzi maggiorati. Gli inquirenti parlano testualmente di un’organizzazione criminale che si proponeva di esportare illegalmente farmaci oncologici “per rivenderli all’estero con profitti spropositati”. Il sistema sarebbe emerso dal summit tenutosi in casa del boss Nicolino Grande Aracri il 7 giugno 2014 a Cutro, in provincia di Crotone. In questo sistema sarebbe coinvolto anche Mimmo Tallini, ex presidente del consiglio regionale. Complicità emersa grazie alle intercettazioni.
“Noi acquistiamo dalle farmacie – dicono i capi clan nelle intercettazioni effettuate dai carabinieri – aumentiamo il fatturato anche dalle farmacie e noi li rivendiamo all’estero o ad altre parti”. Dalle indagini condotte dai militari dell’Arma su disposizione della Dda di Catanzaro a guida del giudice Nicola Gratteri, il progetto Farmitalia nasce nel 2013 da un’idea, del tutto legittima, di una professionista calabrese residente a Roma. L’intenzione era quella di creare un centro servizi a Sellia Marina e altri progetti da realizzare accedendo a finanziamenti dell’Ue, tra cui anche la costituzione di un consorzio per lo smistamento di farmaci.
Ma nel progetto si inseriscono successivamente personaggi vicini ad ambienti criminali: il businnes dei farmaci alletta in maniera incredibile la cosca del crotonese. La famiglia Grande Aracri fiuta l’affare e così il consorzio Farmaitalia e la società di capitali Farmaeko vedono la luce con il sostegno finanziario della cosca, che si assicura così il riciclaggio di capitali sporchi ma anche fette di mercato per imprese che non si fanno scrupoli a fare affari con le consorterie criminali.
Un sistema grazie al quale è stati truffato il servizio sanitario nazionale esportando illegalmente anche farmaci oncologici per rivenderli all’estero con profitti enormi. Agli atti dell’inchiesta della Dda ci sono le conversazioni tra gli indagati: “Gli antitumorali gli ospedali li comprano a mille….in Inghilterra li vendono a 5 mila…. qui tu guadagni 4 mila euro l’uno”. C’è poi l’acquisizione di farmacie in difficoltà economiche mediante fallimenti pilotati. Nella rete di farmacie e parafarmacie controllate dalla ‘ndrangheta (20 in Calabria, 2 in Puglia e 1 in Emilia Romagna) venivano venduti medicinali del consorzio. Una realtà nata grazie al coinvolgimento di imprenditori, faccendieri e l’interessamento del politico Mimmo Tallini che, secondo gli inquirenti, sarebbe stato determinante per avviare tutta la procedura burocratica. In cambio la cosca Grande Aracri gli avrebbe assicurato il massimo sostegno in occasione delle consultazioni elettorali.