Fernando Nucifero ha ricordato “Mamma Natuzza”
3 min di letturaIl docente lametino Fernando Nucifero ha ricordato “Mamma Natuzza” nel corso di un convegno tenutosi presso la “Casa delle culture” della Provincia di Catanzaro organizzato dall’ associazione culturale “La voce della legalità” con tema “Natuzza Evolo faro di fede”
La mistica è stata raccontata dal dottor Luciano Regolo, condirettore di “Famiglia cristiana” e “Maria con te”. Hanno affiancato il noto giornalista e moderato magistralmente l’evento la professoressa Giulia Anna Pucci e l’avvocato Simone Rizzuto rispettivamente presidente e coordinatore della menzionata associazione.
L’intervento di Nucifero è stato caratterizzato da un susseguirsi di emozioni del numeroso pubblico presente, riflessioni e applausi. L’esperienza, ha esordito, “risale a 25 anni addietro quando in seguito alla scomparsa improvvisa di mia sorella Alida mi sono recato a Paravati nella speranza di essere ricevuto dalla serva di Dio. Alida, definita nell’omelia dall’allora Vescovo di Lamezia Terme sua Eccellenza Vincenzo Rimedio oggi emerito “Un’alba senza tramonto”, aveva 26 anni ed era una ragazza solare, piena di vita con tanti desideri e progetti da realizzare. Voluta bene da tutti credeva nei rapporti d’amicizia e la sua morte gettò nello sconforto la città natale di Lamezia Terme che l’ha onorata con l’intitolazione di una strada adiacente al cimitero di Sant’Eufemia Lamezia dov’è sepolta. Alla sua memoria ed a quella delle giovani vite spezzate i miei genitori Lillino e Lina donarono una statua chiamata del Redentore ubicata nel cortile dell’omonima chiesa di Lamezia Terme dove a quel tempo fungeva da parroco Don Armando Augello e dove nel corso degli anni si sono svolte tante iniziative e manifestazioni anche alla presenza del neo Cardinale Don Mimmo Battaglia”.
L’incontro con Natuzza, spiega, “mi permise di riprendere quella normalità che sembrava smarrita. Lei mi lesse nel cuore e le sue parole me lo accarezzarono guarendomi le ferite e dandomi il coraggio e la forza di proseguire nel cammino della vita. Schietta nelle espressioni mi riferì esclusivamente quanto percepito dagli angeli custodi. Ebbi l’impressione che si trovasse simultaneamente in due posti diversi e fu allora che i miei occhi ed i miei sensi vissero l’inimmaginabile. Mi diede la sicurezza che ella era difatti in contatto con gli angeli, i defunti e con Dio. Domandarle e udire le risposte fu come essere trasportato ‘oltre’ in un’altra dimensione. Il suo linguaggio, i suoi segni diventarono evidenze lasciandomi senza ‘ragionevole’ spiegazione ma colmo di riconoscenza e speranza che solo una serva di Dio poteva darmi trasmettendomi la certezza di un aldilà come qualcosa di reale e tangibile.
Successivamente la sua spirituale presenza si materializzò con i cosiddetti ‘nodi’ ritrovati in catenine ed effetti personali riposti singolarmente in un cassetto”. Di seguito, Mario Arcuri,
docente di religione, ha egregiamente recitato con amore e passione una poesia scritta dallo stesso Nucifero in occasione del centenario della nascita dell’umile donna ed a lei dedicata dal
titolo “Una carezza al cuore” che ha riscosso apprezzamento e commosso i convenuti.