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Festival d’Autunno, standing ovation per l’istrionica Chiara Francini

4 min di lettura
Chiara Francini

Un monologo in cui ironia e riflessione si fondono perfettamente

Con ‘Una ragazza come io’ Chiara Francini si mette a nudo, raccontando la sua vita non professionale con grande naturalezza.

Andato in scena ieri sera nel Teatro Politeama di Catanzaro, nell’ambito del Festival d’Autunno, ideato e diretto da Antonietta Santacroce, lo spettacolo è stato organizzato dall’Associazione Donne In Arte e sostenuto dal Ministero della Direzione Generale dello Spettacolo e dalla Regione Calabria nell’ambito del progetto Calabria Straordinaria.

C’è tutto il mondo dell’attrice toscana nel lavoro che lei stessa ha concepito con Nicola Borghesi, che ne è anche il regista. Nella sua narrazione, che parte dal buio assoluto sul palcoscenico, rappresentazione dell’utero materno, l’istrionica Chiara Francini dimostra quanta personalità e forza interiore sono state necessarie per arrivare al successo. Un universo personale in cui è evidente la sua volontà di emergere con grande caparbietà, nonostante il suo continuo sentirsi «una fuori luogo, una parvenue».

Non nasconde la povertà della sua famiglia, l’infanzia vissuta in un paese della provincia toscana, Campi Bisenzio. Cita sua nonna l’Orlanda Furiosa e il suo disagio nel confrontarsi con la borghesia della scuola frequentata a Firenze. C’è spazio per il biondo Boldrini, conteso dalle sue amiche, per i compagni impegnati in politica «che non si lavavano», per il suo primo “filarino” Enrico Valli, e, soprattutto, per la «nata ricca» Ginevra Bellomo di Sant Honorè e la sua tenuta.

Il suo modo di pensare e riflettere su ciò che le accadeva, accrescevano la sua determinazione, cambiavano lentamente il modo di affrontare la vita. Descrizioni di racconti che sembrano essere unici, eppure danno la sensazione di appartenere a tutte le donne, perché in fondo ‘Una ragazza come io’ parla di loro. Un percorso di vita, quello della Francini, costante e progressivo, che le ha fatto raggiungere l’agiatezza.

C’è grande ironia nella sua distinzione tra ricchi di destra e di sinistra, e una certa crudezza quando afferma che «la povertà è una sola». Non si sottrae dal definirsi una arricchita, termine che nella nostra società ha un senso negativo, ma che per lei assume un aspetto positivo. E’ il significato di essere arrivata a quello status partendo dal basso e dopo aver superato, grazie alla caparbietà e al talento, ogni tipo di ostacolo incontrato sul suo percorso.

Chiara Francini in tutti i momenti dello spettacolo è padrona della scena. Ogni tappa del suo percorso è contrassegnato da veloci cambi d’abito. Dialoga con il Maestro Francesco Leineri, che dal vivo sottolinea i vari momenti con preziosi tappeti sonori e con i suoni del glockenspiel. I diversi toni della sua recitazione rendono alla perfezione stati d’animo e sensazioni che fanno presa sul pubblico. Dà sfoggio della sua comicità quando arreda la sua casa di “arricchita” con ogetti particolari come un fenicottero di plastica, un albero di Natale,  acceso tutto l’anno, un divano rosa e un cactus. Ilarità e spunti di riflessione sortiscono un totale coinvolgimento del pubblico.

Chiara Francini si espone in maniera totale nel finale in cui, all’arrivo della carrozzina nella sua casa, si lascia andare a una riflessione sul suo desiderio di maternità. Un argomento di grande intensità emotiva, affrontato con grande sensibilità e con una toccante forza narrativa. Un dialogo con un figlio che non c’è e le suscita numerose domande. Una conclusione aperta al sentire di ogni spettatore che, infatti, riscuote un lungo e sentito applauso da parte di tutti i presenti.

La canzone ‘Che c’è di male’, composta da Francesco Maddaloni, interpretata in chiusura dalla stessa Francini, coinvolge appieno il pubblico, che in piedi la accompagna battendo ritmicamente le mani, invertendo i ruoli e lasciandosi riprendere da lei con il cellulare per portare a casa il ricordo dell’abbraccio entusiasta del Festival d’Autunno e di Catanzaro che per la prima volta ha ospitato un suo spettacolo. Applausi, foto e sorrisi per concludere in allegria una serata da incorniciare.

Il Festival d’Autunno tornerà sabato 12 novembre, nel Teatro Politeama, con ‘Blu Infinito’, uno spettacolo di rilevanza mondiale con la Compagnia di ballo Evolution Dance Theatre e le coreografie di Anthony Heinl, già componente e coreografo dei Momix. Un evento ricco di effetti speciali, danza e acrobazie adatto a grandi e piccini.

I biglietti di ‘Blu Infinito’ sono disponibili sul sito del Festival d’Autunno (www.festivaldautunno.com), acquistabili anche con la Carta del Docente oppure nel Teatro Politeama, nel Bar Mignon di Catanzaro e nella Ricevitoria Rotundo. Per ulteriori info consultare il sito www.festivaldautunno.com, telefonare al 351.7976071 o scrivere aufficiostampa.concerti@festivaldautunno.com

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