Finché c’è vita…risorgiamo! Sotto la lente
2 min di letturaDomenica di festa gioiosa, ancora un po’ avvolta nel silenzio, interrotto dalle fusa dei miei gatti e dal richiamo della tecnologia, apro gli occhi e mi ritrovo davanti tanti schermi
Divisa tra l’informazione puntuale, su cosa si può fare e cosa no in zona rossa, gli ultimi dati sulla pandemia, le stories di Instagram e le cascate di affettuosi auguri via whatsapp, qualcosa stuzzica la mia curiosità e mi apre la mente.
Un post della speaker Paola Maugeri che parafrasando un testo sacro ebraico ripete, “se non io chi, se non ora quando?”, invitando a riappropriarci dei sogni e iniziare a vivere la vita più adatta a noi.
E tra il pensiero che, in media, in una vita intera, passiamo 6 anni tra i sogni e tutto il resto a cercare di realizzarli, mi tuffo in una breve lettura del Pirkei Avot, l’antica raccolta di insegnamenti etici dei rabbini per scoprire con pienezza che il “Se io non sono per me, chi è per me? E se io sono/fossi solo per me stesso… …cosa sono? E se non ora, quando?” è anche una spinta a essere i primi autori della propria crescita, i primi attori sul palcoscenico delle responsabilità e i primi a condividere tutto ciò che abbiamo appreso studiando, perché la sapienza fine a se stessa è puro esercizio di stile.
Una lucente bolla di sapone che al primo sole brilla e da stupore, ma al primo soffio di vento esplode, lasciando nulla di sé.
E mentre mi convinco che preferisco rimanere lumaca, con una pregnante scia dietro di me, libera e pronta a colmare i gusci vuoti che la vita mi presenta, assaporo il succo del mio frullatore mentale, la crasi di due inni alla gioia: l’invito, come scriverebbe Primo Levi, “se non ora, quando?” a prendere in mano la propria vita, i propri impegni, i propri sogni, riempiendoli di studio, etica e condivisione, per rinascere ancora una volta, in questo mondo.
Mara Larussa