Foti (FdI): le terme come volano di sviluppo della città di Lamezia
5 min di letturaL’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce «La medicina termale come una delle più antiche forme di terapia dell’Occidente ed in tal senso è da considerarsi una medicina tradizionale»
Comunicato Stampa
In quest’ottica, le terme, come insieme di risorse naturali, strutture e servizi, possono essere il punto d’incontro tra le diverse forme di medicina finalizzate non solo alla terapia ma anche al mantenimento della salute ed alla riabilitazione.
È sempre l’OMS che evidenzia il concetto allargato di salute definendola, non solo come assenza di malattia, ma come uno stato di benessere psicofisico generale. In pratica, l’organizzazione mondiale ci invita a tutelare la salute, non più semplicemente attraverso il superamento o la cura della malattia ma, prima ancora, applicando una corretta prevenzione e promozione del benessere.
Le terme, oltre ad essere uno strumento terapeutico, sono da considerarsi un elemento portante del nostro “stare bene”.
Il Ministero della Salute inquadra il termalismo non solo in termini di efficacia terapeutica, ma anche di prevenzione e di mantenimento ottimale dello stato di salute e benessere. Si tratta di passare da una “concezione statica” dello stabilimento termale (legata solo al termalismo terapeutico) a una “concezione dinamica” di percorso termale, nel senso più ampio di wellness e di educazione verso gli stili di vita salutari. In Italia, l’assistenza termale è inclusa tra le attività descritte nel Capo III (assistenza distrettuale) del DPCM 12 gennaio 2017, ed è erogata dal SSN nell’ambito dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) ai cittadini affetti da determinate malattie che possono trarre “effettivo beneficio” da questo tipo di cure.
Ciò significa che vi è un business sul turismo termale.
L’Italia occupa una posizione di primaria importanza nel contesto mondiale sia per la qualificazione delle cure che per la modernità delle strutture termali. Sono oltre 380 i Centri termali accreditati, distribuiti in 20 Regioni e 170 Comuni, che offrono una ampia varietà di acque destinate all’impiego in diverse aree cliniche (soprattutto per dermatologia, sindrome metabolica, muscolo-scheletrica, riabilitativa e respiratoria).
Il Ministero della Salute nel corso degli ultimi anni ha definito un apposito Tavole Tecnico al fine di individuare proposte e soluzioni atte a dare nuovo impulso al settore termale. Questo perché il tema delle terme, e dell’affluenza connessa, rappresenta una realtà di grande rilevanza nel panorama nazionale ed internazionale con importanti potenzialità. Oggigiorno, al tradizionale concetto di termalismo legato alla funzione sanitaria (di diretta competenza del Sistema Sanitario Nazionale), si affianca il concetto di benessere, quello indotto dai trattamenti legati al wellness e promosso dalle cosiddette beauty farm, che risulta in forte sviluppo e con importanti ripercussioni sul turismo delle aree interessate.
Quindi vien da sè che Lamezia Terme ha una enorme potenzialità territoriale.
Lamezia Terme deve essere la città delle Terme, come hanno fatto una moltitudine di città in Italia ed in Europa. Occorre pensare ad un progetto complesso che, nel rivalutare le Terme di Caronte, dovrà contribuire ad una rivitalizzazione del territorio e dell’economia lametina nel suo complesso.
La nostra idea di “progetto” prevede una serie di iniziative finalizzate a salvaguardare e valorizzare il patrimonio immobiliare storico lametino (le terme) con investimenti specifici o riconversioni strategicamente mirati. È strettamente necessario promuovere la fruizione e valorizzazione delle molteplici risorse presenti all’interno del territorio di Lamezia, con particolare attenzione al sito archeologico di Terina, ai Centri Storici della città ed ai suoi dintorni.
Nello stesso tempo la soluzione progettuale deve sostenersi efficacemente e con ritorni economici sull’economia locale, migliorando la “qualità” di tutta la città. Senza tralasciare la possibilità di promuovere il perfezionamento professionale del personale sanitario paramedico e lo sviluppo della formazione del personale tecnico e manageriale operante nel comparto turistico termale di Lamezia Terme.
È un progetto di territorio importante.
Pur essendo necessario mantenere distinti l’ambito strategico-programmatorio con l’ambito tecnico-economico è opportuno però creare le dovute sinergie e l’individuazione degli strumenti più appropriati per lo sviluppo di entrambi gli ambiti che confluiscono nel nuovo concetto di termalismo.
Quest’ultimo implica risposte più veloci dagli stakeholder territoriali (Governo, Regione, Comune, Organizzazioni sindacali e di categoria, aziende ed imprese del settore) legati all’ambiente termale e la valorizzazione delle peculiarità della città, considerando anche il coinvolgimento di protagonisti e competenze ampie e diversificate.
Perché sosteniamo queste azioni.
Dai risultati dello studio relativo al “Progetto interregionale Terme d’Italia” emerge come l’Italia (insieme alla Germania) sia il paese europeo che vanta il maggior numero di aziende termali, comprese aziende che, pur erogando trattamenti crenoterapici (bagni, fanghi, inalazioni, ecc.), esercitano quale attività principale la ricezione alberghiera o l’assistenza ambulatoriale.
Dalle elaborazioni effettuate sui flussi turistici dell’ISTAT emerge come negli ultimi anni sia aumentato il numero dei turisti che soggiorna negli alberghi delle località termali, mentre dall’altro si sia ridotta la durata media dei soggiorni (a cica 3 giorni). Ciò perché si va affermando sempre di più un tipo di turismo “mordi e fuggi”, fatto di brevi periodi di soggiorno distribuiti nell’arco dell’anno.
Specialmente in questo periodo storico in cui la Fase 3 post Covid, in corso, ha permesso la ripresa degli spostamenti tra le regioni italiane e prossimamente saranno consentiti liberamente gli spostamenti in buona parte dei Paesi extra Shengen.
Lamezia Terme ha notevoli possibilità di sviluppo, deve puntare alla cattura di questo segmento di domanda turistica grazie alla “fortuna” di avere una multimodalità dei servizi presenti sul territorio (aeroporto, stazione ferroviaria, autostrada A2).
Marco Carmine Foti
Coordinatore Regionale Dipartimento Trasporti Fratelli d’Italia