Furlan (CISL): se non c’è lavoro, non c’è dignità della persona
3 min di letturaL’impegno della CISL in Calabria, afferma la Segretaria Generale della CISL Annamaria Furlan è come dice Papa Francesco: Se non c’è lavoro, non c’è dignità della persona, operare in questo momento terribile, come artigiani di un patto sociale che cambi le priorità, modelli economici e sociali per realizzare il diritto al lavoro
«È indispensabile il lavoro, dice il Papa, per la dignità della persona e per essere popolo. E il Papa parla di pace sociale, dei soggetti del lavoro e dei mediatori sociali come di artigiani di un patto sociale», ha affermato Annamaria Furlan, Segretaria Generale della CISL, nell’intervento conclusivo del live streaming “Fratelli tutti. L’impegno della CISL per la Calabria: come aprire nuove strade?”, una riflessione a più voci a partire dalla nuova enciclica di Papa Francesco, organizzata da CISL Calabria e trasmessa su www.labortv.it.
Un messaggio di fratellanza e unione, come da sempre la CISL propone a tutti, in quanto ormai, questo mondo globalizzato, ci pone davanti sfide fatte soprattutto di solidarietà. La dignità umana al centro del lavoro, per restituire un concetto chiave: “non c’è pace senza giustizia sociale” ecco perché è necessario il dialogo tra sindacati, associazioni datoriali e istituzioni per restituire dignità alla persona attraverso il lavoro e non il sussidio. Bisogna creare condizioni migliori, questa la nostra responsabilità, per le nuove generazioni, non mettendo più le persone in condizione di scegliere tra lavoro a salute, ma gestendo la transizione che stiamo vivendo operando per il rispetto dell’ambiente e della salute non come alternativo al lavoro, ma al contrario per renderlo concreto.
A riguardo al dibattito aperto nel Paese sulle zone rosse, la Segretaria Generale si è detta stupita, visti i dati, che la Calabria sia stata inserita tra le zone rosse. Aggiungendo che bisogna interrogarsi su quanto abbia inciso nella decisione la realtà del sistema sanitario in Calabria. E su quanto incida il dibattito sull’utilizzo del MES. Perché c’è stato nel Paese un taglio alla sanità di 38 miliardi, con pesanti ricadute sulle strutture e sul personale. I fondi MES corrispondono a quanto è stato sottratto alla Sanità: bisogna perciò far prevalere la logica del bene comune e delle priorità nelle scelte collettive e individuali, stringersi intorno a un Paese che sta attraversando un momento drammatico. Per creare coesione sociale, ha sottolineato, bisogna uscire dalla logica dello scarto e attuare una politica di contrattazione in cui il diritto al lavoro non sia cosa diversa dal diritto alla salute e alla formazione e all’istruzione. Ha concluso con l’augurio che questo momento così terribile possa diventare un monito forte per cambiare priorità, paradigmi, comportamenti, modelli economici e sociali e realizzare il vero diritto al lavoro e alla dignità.
Riccardo Cristiano