GD Lamezia ostaggio delle faide interne: il PD decide di non decidere
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Siamo ormai a marzo e il Partito Democratico, o almeno chi lo rappresenta ai vari livelli, non è riuscito ancora a prendere una decisione chiara su chi dovrà guidare la coalizione alle prossime amministrative di Lamezia Terme
Comunicato Stampa
Siamo fermi, bloccati in una perenne guerra di trincea tra fazioni, personalismi, rancori decennali, mentre il tempo scorre e la città resta senza una visione, senza una programmazione, senza un progetto.
Noi lo abbiamo detto in tutte le sedi: il problema non è il nome, ma le idee. Abbiamo chiesto un confronto serio su cosa vogliamo fare per Lamezia, su quali sono le priorità, su quali strumenti mettere in campo. Abbiamo chiesto di lavorare sui contenuti, di coinvolgere la nuova classe dirigente senza però calpestare l’esperienza di chi ha amministrato in passato. Ma nulla. Si continua a litigare sui nomi, perché chiunque venga proposto sarà inevitabilmente divisivo per una parte o per l’altra.
E allora lo diciamo con chiarezza: non parteciperemo a questa guerra divisiva, destinata a dividere il centro sinistra in città. Se il metodo è questo, se la logica è solo quella delle correnti e degli equilibri interni, se non ci sarà spazio per le idee e la programmazione, noi alle prossime comunali non ci saremo. Non possiamo piegarci a un sistema che andava bene negli anni ’90, ma che oggi è del tutto fuori dal tempo e soprattutto fuori luogo considerando le condizioni in cui la città versa.
E veniamo alla questione Lo Moro. Il nostro scetticismo nei confronti della sua candidatura non è di natura personale, ma politica.
La sua corsa non è stata legittimata dagli iscritti, non è stata discussa, non è mai stata oggetto di un vero confronto con la base. In questi mesi abbiamo provato più volte a instaurare un dialogo, a chiedere un’interlocuzione, a invitarla agli eventi del partito. Ogni tentativo è stato vano, con risposte di circostanza.
E allora viene da chiedersi: come può una persona che aspira a rappresentare la coalizione essere così distante dal confronto con una parte importante della sua stessa comunità politica?
Il problema, però, non è solo lei, è il commissario, sono i vertici regionali e tutto un gruppo dirigente che in questi mesi ha fatto orecchie da mercante, lasciando Lamezia nel caos più totale. Il rischio, a questo punto, è consegnare la città ancora una volta a Mascaro, che dopo dieci anni di inattività e supponenza oggi prova a rifarsi goffamente un’immagine attraverso i social ma per fortuna i cittadini non dimenticano.
Noi non chiediamo poltrone, non vogliamo pacche sulle spalle o ruoli di comodo. Vogliamo essere ascoltati, vogliamo dare il nostro contributo, vogliamo costruire un progetto serio per Lamezia. Ma se la risposta continuerà a essere una silenziosa indifferenza vorrà dire che non ci sarà spazio per noi in questo PD.
Non staremo a guardare in silenzio mentre la città viene sacrificata sull’altare di giochi di potere che non ci appartengono. Se il partito vuole essere ancora credibile, inizi a dare un’idea di città, invece di essere solo il campo di battaglia per regolamenti di conti trentennali.
Perché di questo, Lamezia, è sinceramente stanca. Sono stanche le nuove e le vecchie generazioni, mentre perdiamo migliaia di giovani all’anno siamo ancora in balia di una classe dirigente che ha fallito nel corso degli anni, mentre Lamezia scompare per via di un centro destra incapace di governare noi litighiamo su chi deve sedersi nello scranno più alto.
La verità è che tutti hanno ambizioni ed è giusto averle a 20 anni e a 70 anni ma è altrettanto giusto mettersi una mano sulla coscienza e comprendere su cosa ha bisogno questa città ed oltre all’amore, c’è bisogno di umiltà e dialogo. Ricominciare a costruire una nuova classe dirigente con idee propositive ed entusiasmo.
É tempo di ricostruire la città, il centro sinistra non si può sottrarre da questa responsabilità, abbiamo tutti l’obbligo morale di restare uniti e vincere, è nostro dovere mettere le ambizioni personali da parte e lavorare per il bene di Lamezia, lo dobbiamo a quei cittadini che credono ancora in noi nonostante tutto e a quei giovani che scappano da questa città non per volere loro.
Non si faccia l’errore di andare divisi e riconsegnare la città a coloro che in questi ultimi dici anni l’hanno distrutta e abbandonata.