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GD Lamezia: ripristinare diritti e valori sui quali si festeggia il Primo Maggio

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La Festa dei Lavoratori è nata per celebrare la conquista dei diritti, dopo le battaglie operaie, anche se oggi questi diritti sembrano offuscati, quasi lontani

Comunicato Stampa

Ci ritroviamo a sentire ogni giorno, o a vivere sulla nostra pelle, storie di precariato, di disoccupazione e quei diritti conquistati oggi sembrano una cosa antica, quasi distrutti da logiche di precariato e di flessibilità, che purtroppo anche la nostra area politica ha seguito nel passato.

Noi crediamo fermamente, che il lavoro nella situazione post covid, per uscire in modo definitivo dalla pandemia sia lo stimolo fondamentale, ma deve essere un lavoro giusto, ben retribuito e che dia i diritti fondamentali e di base, dobbiamo essere noi, assieme ai sindacati a farci carico dei problemi dei lavoratori. Ritornare alla nostra vocazione storica, ma in modo moderno, oggi non solo l’operaio è lo sfruttato, ma anche lo stagista, il programmatore che viene sfruttato a 500€ al mese, il rider, i lavoratori delle grandi compagnie che sfruttano e fanno di flessibilità e precariato il loro standard di lavoro e assunzione.

Siamo inoltre consapevoli degli scontri in atto, dallo scontro generazionale allo scontro tra chi ha un lavoro e chi no. Ma noi non siamo arroccati sulla posizione del “tutto ai giovani e niente agli altri” perché crediamo che i giovani siano tutelati anche quando i genitori riescono a portare a casa un buono stipendio, che faccia dormire la notte i genitori e i figli, che possa assicurare ai figli degli studi, delle cure ma soprattutto la stabilità economica e mentale per affrontare le fasi dell’adolescenza e della prima vita adulta, perché anche questo contribuisce al disagio sociale della nostra generazione.

Sappiamo che nel prossimo futuro saremo noi giovani, senza diritti, probabilmente senza pensione e soprattutto con un mercato del lavoro che ci prospetta solo forme di precariato e non offre garanzie a dover combattere le battaglie che i nostri nonni hanno combattuto, e sappiamo che sarà difficile contrastare certe logiche che ormai si sono insidiate nei partiti, ma siamo pronti a farlo senza fare sconti a nessuno.

Buon primo maggio, dunque, noi speriamo che in questo periodo, dove si è vista la fragilità dell’affidare tutto a logiche puramente di mercato e di precarietà il lavoro e gli altri aspetti della vita si faccia una riflessione, che parta da noi giovani e coinvolga tutti, che riconsideri la società dove viviamo e la renda più giusta, ma soprattutto che venga riconsiderato il lavoro e come si lavora e che venga anch’esso reso più giusto, senza più sfruttatori e sfruttati.

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