Gianfranco Criniti è il nuovo attaccante della Vigor 1919
6 min readGianfranco Criniti, quasi 250 gol in carriera, e’ un nuovo giocatore della Vigor 1919
Tre giornate di campionato, quattro punti per la Vigor 1919, – 5 dalle due battistrada Donato Bergamini Rossoblu e Marano.
Solo due i gol prodotti, realizzati da due difensori, a secco quindi i componenti degli altri reparti. Nel carniere giusto inserire pure due legni, un bel po’ di gol falliti.
Un insieme di situazioni che han fatto emergere qualche problema, forse con il tempo anche correggibile, ma purtroppo, in un torneo di 22 partite complessive, per chi ha ambizioni, “tempo” non ce n’è.
Sicché il ritardo dalla vetta è già da considerarsi notevole, accentuato pure dal secondo exploit esterno del Marano in quel di Grimaldi. Oltre ai numeri, preoccupano le difficoltà emerse nei reparti. In avanti sottoporta si è imprecisi. Defezioni improvvise e infortuni hanno decimato il reparto, il resto è dovuto pure al ritardo di forma di chi sta giocando.
A centrocampo c’è molta gioventù, forse troppa (a Cosenza, nell’ultima partita, tre ’97 e un ’98). Ragazzi dotati, provenienti da serie superiori, ma inesperti nel gestire alcune situazioni, comprese quelle emotive. La tensione si avverte a dismisura.
Nei limiti del possibile, qualche correttivo va apportato. La Società quindi non è rimasta solo a guardare e riflettere, ma si è attivata, pensando innanzitutto a conferire alla squadra personalità e fiducia con un innesto di grande prestigio e carisma: Gianfranco Criniti, classe 1978.
Sfogliare il curriculum di Criniti è come ripassare il “Bignami” del calcio italiano dalla C1 in giù degli ultimi 25 anni. Ha giocato ovunque in giro per lo Stivale (isole comprese) in varie categorie. Se non si minimizza l’elenco delle squadre in cui è stato, lo schermo del Pc non lo contiene. Catanzaro, Massese, Montevarchi, Castrovillari, Igea Virtus, Sanremese, Cossatese, Orbassano, Potenza, Cirié, Paganese, Cosenza, Sorianese, Olbia, Rossanese, Barletta, Luco Canistro, Borgomanero, San Nicola Sulmona, Praia, Manfredonia, Real San Marco, Pro Catanzaro, Acireale, Serrese, Torretta sono club in cui ha militato, ma probabile ne manchi qualcuna. E in 4 squadre vi è pure ritornato.
“Le squadre sono tante anche perché per tre anni ho cambiato 3 maglie in una sola stagione (c’erano tre sessioni di mercato allora). La cosa che un po’ mi dispiace – puntualizza Gianfranco Criniti – è che nei vari elenchi su internet ci sono diverse imprecisioni e omissioni. Non sono aggiornati. Ho segnato con ogni maglia, almeno 1 gol anche in quelle in cui ho giocato pochissimo e invece riportano zero gol. Allo stesso modo me ne tolgono altri anche laddove sono andato in doppia cifra o vicino. Peraltro non si riportano mai i gol segnati nei playoff. I miei gol li ricordo uno per uno per ogni partita, figuriamoci. Credo di essere vicino ai 250 gol in carriera”.
Criniti nel 2015 si trasferisce nelle Marche per motivi di lavoro, ma il calcio lo “perseguita”..
“Dopo Torretta nella Promozione calabrese, ho fatto una scelta di vita diversa, andando a lavorare ma continuando a giocare nella seconda categoria marchigiana, con una squadra, Real 2000, il cui vicepresidente era il mio datore di lavoro. Devo dire che ho trovato un calcio da “Arrostisci e Mangia”. Gente di oltre un quintale che si esibiva sui campi. La sublimazione però era la cena del martedì più che la partita. Non mi è piaciuta affatto questa avventura”.
La passione però non tramonta e Criniti si cimenta addirittura da allenatore.
“Già con la Serrese e il Torretta avevo fatto giocatore-allenatore non avendo il patentino che presi quando ero ad Acireale nel 2013. Ho avuto tantissimi allenatori, ma chi mi ha lasciato un segno è Giacomarro, uno zemaniano che ha vinto tanto in D. Con lui sono stato al Potenza; aveva grande stima di me. Mi chiamava perfino per chiedermi di alcune situazioni tattiche che mi riguardavano.
Nelle Marche, dopo l’esperienza pessima da giocatore, ho allenato il Santa Maria Apparente e la Pennese, sempre in seconda categoria. A Penne, dove i risultati non erano male, non mi piacquero alcuni aspetti della società e andai via. Son rimasto fermo un periodo, poi ho cambiato fabbrica e il mio datore di lavoro a dicembre mi ha convinto a giocare nella sua squadra del Torneo Amatori, la Montevidonese. Giunsi che era penultima. Segnai 16 gol ed acciuffammo i playoff, dove feci ancora due gol. Devo dire che si giocava su dei bei campi sintetici. Un torneo ben organizzato”.
Ma è così profonda la passione che spinge a rimettersi in gioco a 40 anni?…
“Fra gli Amatori c’è serenità, non ci sono assilli, ci può stare. In realtà il calcio di oggi ti fa passare la voglia. Avrei voluto allenare, ma sento delle storie assurde per farlo. Mi ero messo da parte. Non so perché…. ma mi avete fatto ritornare la voglia – spiega un determinato Criniti – L’impegno preso con la Vigor, mi son reso conto subito che è importante, c’è un obiettivo ben definito, c’è entusiasmo, persone che fanno sacrifici, gente che lavora per la squadra. Ho immediatamente percepito un ambiente positivo che mi ha riportato al calcio della passione e del sentimento con cui sono cresciuto. Mi sono sentito coinvolto. Mi hanno chiamato dalla prima categoria, mi aveva chiamato perfino Mesiti a Siderno per l’Eccellenza. Ha prevalso l’ostinazione continua di Gianfranco Sestito (ex portiere della Vigor Lamezia 1984-1987 in D) che mi ha spiegato quale fosse il contesto, l’ambiente ecc. E siamo andati a parlare: un feeling “a pelle”, immediato. E non c’entra il discorso economico. Sono disoccupato, non vivo con la seconda categoria, non c’entra nulla credetemi. Sì, ci riprovo. Ho 40 anni ma la voglia e lo stimolo mi sono ritornati”.
Tre giornate appena, ci si ritrova a – 5 da due battistrada, che atteggiamento occorre per provare a raddrizzare la situazione ?
“Nel 2006 il Barletta era terzultimo. Andarono via Prisciandaro, Menolascina, Parente; arrivammo io e Mangiapane. Disputammo la finale playoff. I campionati si decidono a gennaio-febbraio. Certo non bisogna farsi staccare ancora, in quanto questo torneo non ha tante squadre. Per quel che mi concerne, mi rimetto in discussione, ma è chiaro che il concetto “C’è Criniti adesso le cose cambiano…” è sbagliato. Devi sempre sudare, dimostrare, farti un mazzo così, tutti quanti insieme. La squadra è giovane e quindi necessita di esperienza. Criniti può trasmettere fiducia, ma sarebbe opportuno ci fosse qualche altro elemento in grado di conferire esperienza in altro reparto. Un giocatore da solo non fa la squadra. So che la società si sta muovendo e questo è positivo. Così il vertice si può raggiungere. Ci sono diverse situazioni da gestire in campo e se di giocatori navigati ce n’è più di uno, la deficienza fisica dovuta all’età può bilanciarsi l’uno con l’altro. Può darsi che io debba rifiatare, ma c’è l’altro a sopperire”.
Domenica 4 novembre al “Gianni Renda”, la Vigor giocherà contro il Castrolibero, purtroppo a porte chiuse per la maledizione governativa che sta divorando Lamezia, tuttavia la curiosità di vedere in campo Criniti sarebbe tanta.
“Il mio problema non è di fiato. Ho corso tutta la vita. Ho il grande prof. Raione che mi segue da sempre e che ho ricontattato per farmi consigliare la metodologia per la ripresa agonistica. Il discorso è diverso. In allenamento sto attento e so cosa posso fare e fin dove rischiare. In partita no. Si può presentare il caso di fare uno scatto, un allungo per eludere un avversario. Ed è lì che rischio di farmi male. Però se vado in panchina, manca un quarto d’ora e vedo che la partita non la risolviamo, poi non resisto, mi tuffo dentro. Perché ho voglia, ma tanta anche, altrimenti non sarei venuto alla Vigor. Vediamo. Un po’ di paura ce l’ho. Non riprendo da 20enne o 30enne. Ne ho 40 e pretendere tutto sin da subito da me, mi preoccupa. Ecco perché mi piacerebbe che la società trovasse un altro giocatore esperto, non per scaricare responsabilità, ma per aiutarci a vicenda. Una cosa tengo a precisare: se mi accorgerò di avere problemi fisici insuperabili, a dicembre mi metterò da parte. Fermo restando che intendo stare bene e dare il massimo alla Vigor. Son tornato in Calabria anche per il mio figlioletto che qui si trova meglio e dove spero di trovare un lavoro, anche se mi sto accorgendo quanto sia difficile”.
Mosciaro con il Villagio Europa, Criniti con la Vigor, il girone B di Seconda Categoria, che già è il più tecnico, sta assumendo contorni prestigiosi e mediatici inaspettati. E forse non finisce qui.