Gianfranco Turino (Cambiamo La Calabria): un grido per Lamezia
3 min di lettura“Personalmente lancio un grido per Lamezia, chiedendo un impegno generale per la rinascita della città. ” afferma, in una nota, Gianfranco Turino di Cambiamo la Calabria
Intendo denunciare la situazione negativa e di totale trascuratezza, con cui Lamezia subisce un continuo oltraggio alla sua forza e alle sue capacità. Ferrovia, INPS, ENEL sono già volati via, pezzi della geografia cittadina che hanno segnato lo scorrere del tessuto umano. In questi tempi di pandemia e di terrore del contagio, con la necessità di essere vaccinati, l’ospedale assurge alle note di una cronaca che tutti avremmo voluto diversa; una struttura da considerarsi come l’ultima barricata della mentalità locale, un complesso nuovo sostituto del fatiscente precedente. Avrebbe dovuto essere funzionale, capace di dare un impulso nuovo alla medicina pubblica, invece sono iniziate le fughe, i tagli e i trasferimenti silenziosi, confermati da poche righe o da comunicazioni allo sportello in cui, impiegati titubanti avvisavano che quel reparto o quella prestazione non faceva più parte dell’organismo locale. Tutto ciò nel totale silenzio da parte della politica cittadina e dei suoi esponenti, mentre i pezzi svanivano in orizzonti lontani appena segnati dal suono del nulla. Adesso però le troppe storture subite hanno fatto traboccare il vaso, colmo di tutto ciò che è stato estirpato e trascinato nel gorgo di un qualunquismo che non ha per niente tenuto in alcun conto delle esigenze della collettività. In una città composta da tre ex-comuni e da otre 70 mila abitanti, è vergognoso assistere alla demolizione delle sue opere, quelle stesse situazioni che erano, nel passato, una garanzia agli abitanti, la concretezza del proprio esistere nella soluzione immediata dei bisogni. Al tempo in cui, momenti recenti e non troppo distanti, qualcuno aveva tentato di trasferire il tribunale, ci fu un rialzare di testa di tutti e con una corposa azione di protesta generale fu impedito di consumare lo scippo. Oggi deve succedere la stessa cosa per tutto ciò che appartiene all’hinterland lametino. È estremamente necessaria una alzata scudi di tutta la città, nello squillo di un nuovo che abbiamo dimenticato, la rivalutazione di un orgoglio pronto a scendere in campo per la difesa dei propri diritti e della propria esistenza. L’Ospedale è un servizio per il pubblico con tutti i suoi reparti, per evitare al cittadino di doversi rivolgersi alla sanità privata, i cui costi sono un colpo pesante all’economia del singolo. Servizi di assistenza che vanno aumentati per una migliore e diversa offerta e non dimezzati o svenduti. Come tanti altri passaggi il cui elenco parte dalla sicurezza dell’individuo all’igiene della città, dalle strade dissestate, piene di erbacce che crescono ai bordi dei marciapiedi, al rispetto delle norme sui rifiuti, dallo sterco degli animali e ai topi morti sul selciato. Personalmente lancio un grido per Lamezia, chiedendo un impegno generale per la rinascita della città. Pretendendo una rivendicazione e rivalutazione di quel sociale che troppi cancellano e dimenticano. Esprimo, in modo particolare, un grazie a tutti coloro impegnati a far restituire, al nostro hinterland, ciò che è stato tolto, lanciando un avviso con cui far capire che non si accettano più baratti iniqui, dequalificanti e predatori del nostro sociale.