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Gianfranco Turino: “Necessari programmi di rilancio per Alitalia”

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Gianfranco Turino, presidente di Calabria sociale, considera necessari dei programmi di rilancio per la compagnia aerea Alitalia

Comunicato Stampa

Si ritorna a vociferare “su Alitalia” cancellando tutte le affermazioni precedenti da parte governativa per ammettere, mestamente, che in effetti, alla base esiste solo un contenitore vuoto, in cui non è subentrata nessuna cordata (né ferrovia, né, tanto meno, poste o altro) cioè il solito nulla di fatto di dialoghi dallo spessore del niente e di note giornaliere emesse senza un costrutto finale, ma vaganti nel buio più assoluto, alla ricerca, forse, di un autore o collocatore.

Non sono accentabili simili comportamenti, la compagnia aerea, con tutti i suoi difetti, a cui, comunque, in tempi non troppo lontani è stato concesso di spendere, spandere e sperperare il denaro pubblico senza chiedersi come sarebbe stato il “domani”, dopo l’ingresso dell’euro volo, la fine del monopolio di compagnia per un logico e concorrenziale pluralismo di vettori. La società, comunque, potrebbe, sempre rappresentare ancora un marchio italiano vincente, se rilanciato con la dovuta cautela e con programmi concreti.

Le Cordate di imprenditori con la società che diventava di volta in vola, Lai (linee aeree Italiane) Caì (compagnia aerea Italiana) per finire Alitalia Airport Service SpA, sono state solo una complessa confusione con una perdita di denaro pubblico, compresa la fusione con l’Air One. Lo strano è che la società, nonostante abbia un piede nella fossa, ha ancora sedi a Fiumicino e a Roma, un costo superfluo; per quale motivo?

Quando sarebbe bastato, probabilmente, un semplice ufficio di rappresentanza in aeroporto, capace di risolvere, intervenendo, i momenti difficili che, invariabilmente nascono in uno scalo intercontinentale dove transita una utenza d’ogni genere e tipo. Forse non si è capito o non si vuole capire che è miseramente finita un’epoca, senza essere riuscita, l’alta dirigenza, ad adeguarsi al nuovo corso d’esistenza e di presenza nel mosaico del volato.

Inoltre esiste anche un problema di capacità, con l’utente che va considerato un veicolo economico, invogliandolo a inserire, nella propria agenda sociale, la Compagnia di bandiera. Altri sperperi?

Altri momenti di confusione, nel frattempo la concorrenza sforna biglietti a costo zero occupando il traffico ex- az. Alla fine, ci si accorge che non può più essere salvata e bisognerà cercare, almeno a quando dichiarato dal ministro dei trasporti, di venderla a pezzi, ovvero svenderla, come se si trattasse di merce in via di scadenza o di un prodotto avariato da eliminare ad ogni costo. La sua classe lavorativa che fine andrà a fare?

Già oggi, parte dei dipendenti, vengono etichettati come un esubero, pur sapendo che non è la realtà del volo e delle sue necessità di rapidità e controllo. Sono d’accordo con Francesco Alfonsi, segretario nazionale della Federazione UGL Trasporto aereo, a proseguire la denunzia al sistema che vorrebbe cancellare un vettore che può tornare un vanto come marchio Italia.

L’Alitalia per la sua storia non è un oggetto da mandare al museo delle cere, ma un pezzo notevole della nostra socialità, va salvata, tutelata e rilanciata.

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