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Gioco d’azzardo, Amalia Bruni: indegna marcia indietro della maggioranza che approva una legge che non contrasta la ludopatia

3 min di lettura

Associazioni, Chiesa e volontariato mortificate

Comunicato Stampa

Lo avevamo capito subito che questa maggioranza teneva particolarmente a far approvare la PL 107 sul gioco d’azzardo.

La pantomima del mezzo passo indietro fatto qualche giorno fa non ha ingannato nessuno. E infatti è stata approvata a maggioranza in Prima Commissione senza che la stessa fosse portata in discussione in Commissione Sanità come più volte da me richiesto.

In buona sostanza si tratta di una sanatoria per tutte le slot machine esistenti prima del 2018 che potranno restare tranquillamente dove sono senza alcun vincolo di distanza da luoghi sensibili e le sale gioco potranno restare aperte dodici ore invece che otto. Possiamo dire che la lobby delle sale gioco vince sui bisogni di salute e sanità mentale della collettività. A nulla sono servite le voci di protesta che si sono sollevate nella società calabrese, dal mondo dell’associazionismo, del volontariato e dalla Chiesa.

La PL 107 è passata senza un ragionamento convincente, senza una spiegazione logica ma solo con la forza dei numeri, a colpi di maggioranza.

Il Centrodestra, nonostante avesse fatto intendere chiaramente di voler ritirare la legge si è nuovamente ricompattato e ha di nuovo cambiato idea.

E dire che appena una decina di giorni fa i capigruppo di maggioranza, Giuseppe Graziano (Udc), Francesco De Nisi (Coraggio Italia), Giuseppe Neri (Fdi), Pietro Crinò (Forza azzurri) e Giovanni Arruzzolo (Fi) avevano ritirato le proprie firme dal provvedimento. La prima a fare un passo indietro e a revocare la propria sottoscrizione era stata la collega della Lega Simona Loizzo. La stessa posizione era stata assunta dalla Commissaria regionale di Fratelli d’Italia Wanda Ferro che pensava fosse necessario “avviare un approfondimento”.

E anche il Presidente Occhiuto non era sembrato convintissimo tanto che ha cercato di gestire la patata bollente in modo pilatesco ribadendo che sulle questioni importanti doveva decidere il Consiglio. E dopo tutta questa querelle è arrivata la clamorosa marcia indietro che porta in dote alla comunità una legge che non solo non tutela ma aggrava la posizione.

Lemendamento Gelardi, per esempio, anche se indica degli orari di chiusura ed elimina la differenza di distanze, non tocca la protezione per le vecchie autorizzazioni anzi peggiora la PL 107 perché cancella la previsione che i sindaci provvedano ad emettere un’ordinanza in cui si fissino gli orari di apertura, nell’ambito della disciplina generale fissata dalla Regione. In sintesi non affronta il problema distanze per le vecchie concessioni, smonta di fatto la normativa sugli orari perché esonera i comuni dall’obbligo di fare delle ordinanze per disciplinare gli orari ed è anche piuttosto vaga/imprecisa sui locali ai quali si applica la limitazione oraria della chiusura tra le 24:00 e le ore 9:00.

E questa sarebbe una legge per limitare e contrastare il gioco d’azzardo? Se non fosse un dramma sembrerebbe di essere su Scherzi a parte.

Lo scrive in una nota Amalia Bruni, leader dell’opposizione in Consiglio Regionale.

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