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Gioia Tauro: portuali si appellano al Papa (Video)

2 min di lettura
Papa-Francesco

Papa-Francesco

“Caro Francesco, la politica ci ha abbandonato. Siamo poveri operai calabresi, chi vuoi che pensi a noi? Per questo ci rivolgiamo a te“. L’appello dei portuali di Gioia Tauro è accorato e struggente ed è on line al seguente link.

portuali - PapaIl video sarà parte di un documentario più ampio, realizzato dal massmediologo Klaus Davi in collaborazione con Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Mare e Sul su una vertenza che vede contrapposta l’azienda MCT e gli operai e che potrebbe culminare con 400 licenziamenti.
Il filmato si apre con la voce di Carmelo Cozza, 50 anni: “La perdita di un solo posto di lavoro qui a Gioia Tauro significa la differenza tra la disperazione e la possibilità di emancipazione per i lavoratori e loro famiglie.
Da noi, Francesco, la possibilità di lavorare significa sottrarsi all’abisso della criminalità organizzata. Ho moglie, tre figli. Non abbandonarci”.
Per Domenico Laganà, 50 anni, “Francesco, lei è il Papa degli operai, so che non ci dimenticherà. Sono sposato, ho due figli”, racconta Nino Sigilli 47 anni, “Crediamo in te. Il nostro è un urlo, un appello. Francesco vogliamo fatti, vogliamo realtà”.
“Ci conosciamo Francesco”, rivela Giuseppe Rizzo 49 anni, “e quindi mi rivolgo a te perché tu hai aiutato uno dei miei figli nel 2013 con le tue preghiere. Confidiamo in te”. “Sono uno dei tanti che non vorrebbe abbandonare la propria terra. Ho 37 anni. Senza lavoro non c’è futuro. Spero in un vostro sostegno morale”, scandisce accorato Salvatore Prossimariti.
Gli fa eco il ventisettenne Mario Morgante: “Sono un giovane calabrese. Costringere all’emigrazione noi giovani significa uccidere la Calabria. Ho 30 anni, voglio vivere qui e aiutare la mia terra”.
“Caro Francesco, il lavoro è dignità – incalza Eugenio Cutri – ci aiuti col cuore in mano, siamo una terra disgraziata e maledetta”. Per Mimmo Macrì: “Chi licenzia è un criminale, lo ha detto lei. Anche se l’azienda per cui lavoriamo non è criminale. È solo un’azienda in crisi a causa della politica. I suoi uomini in Calabria sono stati lontani. Ci aiuti lei”.
“Ti chiedo una lunga preghiera: ho quattro figli a casa. La mia preoccupazione. Per uno che ha famiglia sarà la disperazione più totale”, chiude Luigi Bresciani di 47 anni. Non poteva mancare infine un invito al Santo Padre e puntuale è arrivato da Salvatore Larocca, 49 anni. “La aspettiamo a Gioia Tauro”.

Klaus Davi

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