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Giornata della memoria: Non abbiamo nulla da ricordare

2 min di lettura

giornata-della-memoriaFoto di Alfonso Bombini. Per il nostro giorno della memoria corta. Nei camion uomini portati ai campi, senza contratto lavorativo.

Possiamo solo guardaci intorno.
2015
Certo commemorare mi sembra d’uopo, anche per far sapere a chi non sa che si poté fare così, incarcerando e sopprimendo interi popoli, etnie e gruppi, senza pietà.
Dopo però aver espletato il compito di dare una conoscenza a chi non l’ha, dobbiamo avere forte l’imperativo di guardarci intorno e ribellarci.

Se ci fanno senso tutti i conniventi al nazismo e fascismo dovrebbero farci ancora più senso le trasformazioni che stiamo vivendo.  Con noi conniventi. Votanti un sistema di carneficine, andando noi nei centri commerciali, spellando e spellando la pelle ad una accoglienza che nei camion porta misera gente.
Certo non siamo noi che buttiamo a mare la povera gente, sono scafisti ed omicidi.
Certo non siamo noi che facciamo morire nei camion la povera gente pressata e gassata, sono gli autisti ed assassini.
Certo non siamo noi a mettere il filo spinato alle frontiere per impedire alla povera gente di attraversare quel territorio, sono le guardie messe ai confini, confini oramai insanguinati.
Certo non siamo noi a chiudere nei campi di pomodori, fragole e fiori, la povera gente senza contratto, sono caporali e produttori.
Certo nessuno stupra e approfitta a Rosarno e Rossano, dal mare  Ionio al Tirreno le lavoratrici di ogni nazione, oramai ci sono i sindacati che difenderanno i lavoratori, le corporazioni dovrei dire, i fasci littori, le nuove forme che hanno distrutto conquiste recenti chiamate diritti.
Non ci sono diritti nel nostro mondo. Ci stanno solo i privilegi.
Quindi guardiamoci un pò intorno e spaventiamoci ogni giorno di più.
Il mare Mediterraneo un forno crematorio è, non vi sembra?
I nostri camion non sono uguali a quei camion lì? Leggete il monologo di Michele Lupo “Io Sono la montagna” e vedrete.
Le leggi fatte sono leggi che montano sempre più la nostra impotenza.
Intanto che leggi pensa anche un pò col tuo cervello senza seguire quelle cordate, quelle intruppate del social insocial e vedi quanto siamo vicini noi a quel tempo del grande kaiser, del grande moloch, del grande fratello, e riflettiamo, scornati e delusi, che stiamo facendo uguale e preciso agli aguzzini del tempo che fu
Ippolita Luzzo

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