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Giustizia: Catanzaro, da Cartabia amnistia generalizzata

2 min di lettura
Gabriella Reillo

Il Presidente della Corte d’appello: pavidità legislatore. Pg, servono mezzi

CATANZARO. “Con la previsione dell’improcedibilità in appello, istituto fondato sulla riduzione dei termini, il legislatore ha riversato sulle spalle della magistratura la propria pavidità, non avendo avuto il coraggio di prevedere una seria depenalizzazione, atteso il dilagante populismo giustizialista.

Con la conseguenza che l’improcedibilità si risolverà in una amnistia generalizzata e per tutti i reati, anche quelli più gravi, qualora dovesse attribuirsi alla norma natura sostanziale, alla stregua dei precedenti orientamenti della giurisprudenza di legittimità e costituzionale”.

A dirlo la presidente ff della Corte d’appello di Catanzaro Gabriella Reillo nell’intervento alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario.

“Purtroppo – ha aggiunto – quanto manca alla politica sulla giustizia è una cultura ‘di sistema’ che parta da dati concreti, rilevati sul territorio, e che si faccia carico di effettuare proiezioni di fattibilità, rispetto agli organici ed alle dotazioni nonché alla conseguibilità degli obiettivi enunciati.
Invece assistiamo ad un affastellarsi di riforme che si susseguono senza che prima vengano verificati gli effetti delle precedenti, nel proseguimento di meri effetti propagandistici”.

“Devo rilevare – ha detto Reillo riferendosi alla riforma Cartabia – che anche questa è permeata dall’illusione di ridurre i tempi processuali attraverso una riduzione dei termini. Sembra non ci si renda conto che i tempi non sono ritardati da termini eccessivamente lunghi bensì dall’eccessivo carico giudiziario che si abbatte su Procure e Tribunali, dalle endemiche e rilevanti scoperture degli organici, dal collo di bottiglia che si verifica nelle corti di Appello quanto a sopravvenienze e risorse per la la loro evasione”.

Sulla improcedibilità è intervenuto anche il procuratore generale di Catanzaro Giuseppe Lucantonio.

“Un processo – ha detto – in cui sono impegnati pubblici ministeri, avvocati, polizia giudiziaria e un collegio in primo grado, in appello non si fa, viene cancellato. E nessuno grida allo scandalo. La legge dice ‘se non lo fai in due anni si cancella’. Va bene, ma dammi i mezzi per farlo. Stiamo ancora aspettando. Dammi i giudici per farlo. Non si sa quando arrivano”. (ANSA).

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