Giustizia è fatta: a Lamezia Terme presentato il libro di Luigi Mazzei
4 min di letturaLamezia Terme. Al Chiostro Caffè Letterario di San Domenico è stato presentato il libro “Giustizia è fatta, ma niente sarà più come prima” dell’imprenditore Luigi Mazzei
Presenti tra gli altri, i Radicali Elisabetta Zamparutti, Rita Bernardini, e Sergio D’Elia, Segretario dell’associazione Nessuno Tocchi Caino.
Insieme all’autore, si sono alternati sul palco, Agazio Loiero, Pasqualino Scaramuzzino ed il sindaco della Città Paolo Mascaro.
E’ intervenuto inoltre, il deputato della Lega, Domenico Furgiuele, che ha dichiarato: “ho partecipato all’incontro con il cuore e con la passione politica grande che mi anima nei confronti di una giustizia più giusta. E perché ho provato sulla mia pelle il dolore del pregiudizio. So dunque come ci si sente quando il corso di un valore viene deviato.
Si sa, insieme alle anime libertarie di questo paese abbiamo cercato di offrire una via di uscita referendaria da quei meccanismi che hanno messo in dubbio il buon funzionamento della giustizia. È andata male, malissimo, ma non dobbiamo desistere dal proposito di riformare in senso più garantista e costituzionale la giustizia.
Quel che non è stato possibile fare coi referendum, io credo che sarà oggetto di trattazione nell’agenda del governo che verrà dopo le prossime elezioni, dopo la prossima attesa ridefinizione dei confini politici, per il bene della democrazia che qualcuno vorrebbe tenere dormiente a tempo indeterminato. L’attenzione sui temi riguardanti una giustizia più giusta non crollerà, ne sono convinto.
La storia scabrosa di Luigi Mazzei testimonia di come sia indispensabile porre rimedio a derive che uccidono reputazione e voglia di vivere delle persone innocenti. Il grande giurista Carnelutti diceva che il processo per un galantuomo è già una pena, ed è quello a cui ho pensato leggendo del dolore umano di Luigi per la sua odissea. Momenti come il dibattito dell’altra sera a Lamezia, sono utili a far capire che quanto successo ad un estraneo potrebbe succedere a noi, ecco perché non possiamo pensare di continuare a tenere la giustizia troppo esposta alla deriva giustizialista. La riforma Cartabia non può bastare, mi sembra cerchiobottista perché non va al nocciolo dei problemi, ecco perché la prossima legislatura da questo punto di vista potrà essere costituente.
Una giustizia giusta è l’obiettivo che le forze democratiche si devono dare. Per favorire la lotta a tutte le mafie che ha bisogno di apporti costanti e mirati, e non tollera distrazioni indotte dal pregiudizio o da innamoramenti a tesi accusatorie flebili e scabrose”.
L’evento, organizzato grazie alla collaborazione della libreria Tavella e di Nessuno tocchi Caino – Spes contra spem, è stato seguito, oltre che in sala, oltremodo gremita, anche all’esterno, con la proiezione dell’incontro.
Il calvario giudiziario di Mazzei, raccontato dalla sua viva voce, questa odissea durata 14 anni e che, come dice lui stesso, ha colpito, oltre alla sua azienda, la famiglia, il bene più caro che ha. Accuse infamanti, dice lo stesso Mazzei, dove la stampa lo ha prima messo alla berlina salvo poi non avere la stessa solerzia nel comunicare la sua innocenza.
Rita Bernardini, radicale storica, politica italiana, membro del Consiglio Generale del Partito Radicale, da sempre impegnata su tematiche che vanno dall’antiproibizionismo alle carceri ed ovviamente alla “giustizia ingiusta” ci dice: “Questo è un problema che come paese dovremmo forse capire che c’è un’informazione da regime e questo è da sempre che è così. Molte persone capiscono solo nel momento in cui sono colpite. Vale anche per Enzo Tortora; Enzo quando fu arrestato ingiustamente subì un processo, non pensavo che la giustizia potesse essere di questo tipo, così devastante, cosi ingiusta, una persona perbene completamente distrutta. E lo stesso vale per Luigi Mazzei, perché ci sono voluti 14 anni di processi. Nel frattempo le sue imprese venivano completamente devastate e quindi tutto quello che aveva costruito, distrutto”.
Sergio D’Elia, Segretario dell’associazione Nessuno Tocchi Caino, oltre ad invitare i presenti e non ad iscriversi, per sostenere le battaglie di giustizia e diritto, afferma: “I radicali di Nessuno Tocchi Caino, hanno questa fissazione per la giustizia, a Pannella rimproveravano di avere questa monotematicità sulla quale faceva la lotta politica, come se fosse una sovrastruttura, come se fosse un lusso occuparsi della giustizia, ma bastano alcuni dati molto semplici. Ci sono circa 6 milioni di processi pendenti nel nostro paese, significa che non c’è un ragionevole tempo entro quale definire chi ha torto e chi ha ragione”.
Poi è stata la volta di Luigi Mazzei, persona straordinaria, che lontano dai microfoni, ci dice sempre di veder il bicchiere mezzo pieno, ma che è importante chiedere a gran voce giustizia: “Ho cercato di scrivere questo libro proprio per questo, per risvegliare le coscienze, per smuovere un po’ la situazione, per descrivere qual è la realtà dei fatti e dove possono incappare le persone, tante persone, da professionisti e imprenditori a gente di qualsiasi natura, puoi incappare in situazioni che durano un’eternità, perché se considero un terzo della mia vita, bene o male è andata a finire così. Sono stato penalizzato da tutti i punti di vista: morale, professionale, lavorativo, umano, economico, per non parlare di quello che hanno subito i miei figli. E’ una situazione veramente terribile che io voglio denunciare attraverso il libro”.