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Gli atti (im)puri della poesia- Poeti a duello

3 min di lettura

Nel borgo storico di Cropani, “Citta’ del libro”, grazie alLa Masnada, un collettivo nato nel 1999 con l’omonima rivista, si svolge, questa sera di agosto,”Poeti a duello” una variante dello slam poety americano, che proprio dal gruppo  è stato  introdotto per la  prima volta  in Calabria nel 2004.

Appunti fatti da me, in veste di partecipante e già presidente di giuria, nonché vincitrice nel 2013 della competizione di cui scrivo.

Si è appena conclusa la serata con discorso di Raffaele Mercurio, presidente della Masnada.
Dal prossimo anno si cambia, sta dicendo.

Infatti un altro anno il tredicesimo sarà.

Cambiare

Raccolgo i fogli e questo anno andò così.

Presidente di giuria Anna Pascuzzo, già vincitrice dell’anno scorso.

19 candidati, alcuni con poesia dialettale, altri con poesia erotica, altri ancora con poesia a strappo.

Tanti generi, dunque. Giuria popolare scelta da un bambino, tirando a sorte da un sacchettino dei bigliettini con numeri. Furono estratti tutti i 40.

41, 42, 43, 44, 46, 47, 48, ed infine 38.

Giuria popolare dove non sono permessi mamme, fratelli, sorelle, nipoti e zii dei candidati.

Si inizia dopo aver sostituito mamma di un poeta che non partecipava, ma avrebbe potuto favorire altro poeta. Suppongo. Nella parentela allargata.

Si inizia e si termina con proclamazione del vincitore. A lui saranno donati i libri che sta portando Nunzio Belcaro, titolare della animante Libreria Ubik di Catanzaro Lido.

Dal 2016 giuria tecnica ci  sarà.

Mi perdonino le suore riparatrici che ospiteranno domani perfomance poetica del vincitore, Giuseppe Stillo, poeta delle emozioni, ma  la Litweb ha  già premiato e dato  targa mentale a Daniele Natali da Caminia, poeta del risveglio.

Svegliamoci infatti dal sonno e dai sogni, dalle emozioni e dal bianco mattino, da una poesia stantia e soporifera. Triste e senza voglia di combattere. Daniele ci sta dicendo di svegliarci.

Lo diciamo in tanti che bisogna far della poesia una spada, a duello con una realtà sempre più carogna, e Daniele questo fa con la sua arte.

Nella serata che finisce porto con me i versi di Rosario  Cortese, forse dedicati proprio alla poesia: ”Ti ho uccisa”

Gli chiedo i versi  e lui, con atto poetico, strappa foglio dal suo quaderno a spirale e mi consegna l’unica copia. Mi ha affidato i suoi versi ed io mi sento depositaria e nello stesso tempo impegnata di trascriverli e di rimandarglieli, per non  perderli.
La fiducia impegna. Sembra una poesia di gesti. Di atti. La poesia che vince, nello strappo del quotidiano che Ninetto Failla fa ad inizio competizione.

La serata di ritorno si addolcisce in macchina con le canzoni di Mannarino scelte da Antonella, e ritmate da Salvatore, con la partecipazione mia e di Francesca alla sera del dì di festa.

Ippolita Luzzo

parole erranti

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