Gli occhi di Dodó: la testimonianza dei genitori contro la ‘ndrangheta
2 min di letturaDon Ennio Stamile, già coordinatore di Libera Calabria e Giovanni e Francesca Gabriele, genitori del piccolo Dodó Gabriele, ucciso in un agguato mafioso a Crotone sono i testimoni che interverranno, giorno 9 maggio all’interno delle celebrazioni del novenario della Madonna di Fatima, a Soveria Mannelli.
La storia di Dodó è la storia di un ragazzo di 11 anni, che gioca con gli amici in un campo di calcetto e inconsapevolmente va incontro alla morte.
Questa è la storia del piccolo Domenico Gabriele, ucciso per errore a soli 11 anni dalla ‘ndrangheta.
Per tutti era “Dodò”, che quel giorno, il 25 giugno del 2009, si divertiva con i suoi amichetti, correndo dietro a un pallone.
Il piccolo “Dodò” ha combattuto tra la vita e la morte per tre mesi.
Il suo cuore cessò di battere proprio il 20 settembre del 2009.
A stroncare i suoi sogni furono due sicari che, quella sera, volevano ammazzare solo Gabriele Marrazzo ma sparando all’impazzata ferirono altre persone.
Per gli investigatori era uno dei soggetti che più di ogni altro stava emergendo nelle dinamiche criminali del Crotonese.
E doveva morire.
Ed invece, in Paradiso andò anche Domenico Gabriele, un ragazzino appassionato di calcio e di tante altre cose.
Un vuoto incolmabile, un dolore infinito per chi lo amava, che lo ha visto peggiorare in ospedale giorno dopo giorno.
Un calvario iniziato a Crotone e terminato a Catanzaro, con varie operazioni chirurgiche nel tentativo di salvarlo. Dopo 15 anni, i genitori di Dodó entrano nelle scuole, negli uffici pubblici e nelle Chiese per testimoniare che la ndrangheta uccide i bambini.
Giovedì alle 21.00 nel salone del Santuario Nostra Signora di Fatima, la comunità di Soveria Mannelli vivrà questo momento di testimonianza che difficilmente sarà dimenticato.