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Il governo impugna la legge sull’azienda unica, cui prodest?

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ospedale lamezia

A che mira davvero il Governo con l’impugnativa dinanzi alla Consulta della legge regionale sulla unificazione degli ospedali dell’area centrale della Calabria lo possiamo capire dalle parole del consigliere regionale catanzarese Arturo Bova, non a caso nemico giurato dell’inclusione del nostro ospedale nell’azienda unica ospedaliero-universitaria:

“… la nascita del nuovo ospedale hub a Catanzaro significherebbe assegnare a Catanzaro il ruolo di prima città nel sud peninsulare a livello di offerta sanitaria. Con tutte le conseguenze in termine di crescita economica, sociale e culturale del nostro capoluogo e dell’intero territorio regionale: non assisteremmo più alla migrazione sanitaria, non dovremmo quantomeno più subirla, ma addirittura diventeremmo noi centro sanitario di attrazione per l’intero Sud Italia”.

Comunicato Stampa

Come si vede, si tratta di quell’antico progetto trasversale di concentrare nella città di Catanzaro tutta la sanità provinciale per farne la “cittadella della salute”, che ha come corollario indispensabile il progetto di tenere il nosocomio di Lamezia ai margini del sistema ospedaliero calabrese, abbandonandolo ad una lenta agonia, alla sottrazione di reparti e servizi, a quella sorta di auto consunzione iniziata con la soppressione della ASL n. 6 di Lamezia.

Non si comprende allora di cosa debba gloriarsi il c. d. Portavoce del popolo, Pino D’Ippolito, che si è precipitato a rivendicare la primogenitura delle pressioni operate sul commissario Cotticelli per spingerlo a chiedere ed ottenere dal Governo l’impugnativa della legge regionale.

Sarà la Corte Costituzionale a dire se quella legge violi o meno i poteri concorrenti dello Stato in materia sanitaria. Ed il verdetto non è affatto scontato per come come Bova e D’Ippolito danno ad intendere, anche perché il Presidente Oliverio, che ha fatto sua la proposta del consigliere Tonino Scalzo di inserire il nostro ospedale nella costituenda azienda unica per assegnargli l’importante specialità oggi assente in regione di Centro Traumatologico, ha già annunciato che si costituirà in giudizio per difendere quella legge attesa da tempo ed imposta dai tavoli ministeriali che vigilano sul Piano di Rientro.

All’on. D’Ippolito val la pena ricordare come parecchi nemici della sanità lametina abbiano fatto una fine politica indesiderata. Dopo aver votato a favore della soppressione dell’ASL di Lamezia il consigliere regionale Leopoldo Chieffallo evitò di ripresentarsi alle successive elezioni del 2010, mentre il consigliere Egidio Chiarella a quelle elezioni fu sonoramente bocciato. E il 2015 Franco Talarico, da Presidente del Consiglio Regionale uscente, fu travolto anche lui per essersi tenuto nel cassetto le tante firme che 6 anni prima aveva raccolto a favore del ripristino dell’ASL di Lamezia. Memento, Pino D’Ippolito, a quanto pare i lametini alla fine non dimenticano!

Nicolino Panedigrano

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